Il 30 luglio del 1863 era un giovedì, proprio come oggi.
Negli Stati Uniti d’America, e più precisamente a Dearborn, nei dintorni di Detroit, nel Michigan, nasceva Henry Ford, uno dei più grandi imprenditori di sempre, nonché l’inventore del sistema di produzione industriale moderno.
Nel 1902, all’età di trentanove anni, fondò la casa di produzioni di automobili che ancora oggi porta il suo nome, rivoluzionando il modo di produzione con l’invenzione della catena di montaggio. Il suo scopo era quello di produrre automobili a basso costo che fossero alla portata di (quasi) tutte le tasche. Obiettivo che raggiunse con il celeberrimo Modello T.
Ciò gli permise di diventare ricchissimo, tanto che gli storici l’hanno collocato al nono posto tra gli uomini più ricchi della storia.
Ma ciò che forse non tutti sanno è che Henry Ford fu un anticipatore e poi sostenitore del Nazismo.
Nel 1920 diede alle stampe un libro in 4 volumi dal titolo “L’ebreo internazionale” (“The International Jew: The World’s Foremost Problem”), che descrive il progetto di dominio sul mondo da parte del popolo ebreo. Il testo ebbe un’ampia diffusione non solo in America, ma nella stessa Germania. Uno dei suoi lettori più attenti fu proprio Adolf Hitler che lo citò diverse volte nel suo Mein Kampf. Ford compendia in questo testo lo spirito del suo tempo, che, contrariamente a oggi, vedeva fiorire, nella cosiddetta “America Libera”, uno spregiudicato e radicato antisemitismo.
La fonte di ispirazione di Ford furono i Protocolli dei Savi Anziani di Sion, che redatti nel 1905 avevano cominciato a circolare solo dopo la fine della Grande Guerra. Naturalmente si venne a sapere solo in seguito che si trattava di un apocrifo realizzato da due agenti della polizia segreta zarista, tanto che all’epoca tutti erano pronti a giurare sulla loro autenticità. E fu lo stesso Ford ad esserne convinto tanto che ne fece pubblicare a sue spese un’edizione tradotta in inglese e a regalarne un gran numero di copie con tanto di dedica e di autografo.
Ma non finisce qui. Durante il regime nazista Ford si impegnò a versare ogni anno 50.000 dollari di allora come sostegno al Partito di Hitler. Inoltre impiantò una fabbrica in Germania per rifornire l’esercito tedesco di mezzi blindati, e tutti gli utili furono impegnati per sostenere la causa nazional socialista.
In seguito a questo impegno, Hitler lo insignì con il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine dell’Aquila Tedesca, che era la più alta onorificenza del regime nazista conferibile ad uno straniero.
Chissà come mai gli attivisti del Black Lives Matter non si sono accaniti anche contro i veicoli, le fabbriche e i simboli della Ford Automobiles nella loro furia iconoclasta? Solo per ignoranza?