Herr Von Maien ha colpito anche la Germania dove il governo giallo verde, con le sue politiche populiste, ha portato alla contrazione del Pil dello 0,2% nel terzo trimestre di quest’anno.
Persino l’Italia è andata meglio, con una frenata limitata allo 0,1%. O forse non è proprio così, forse il colore del governo tedesco è diverso: una grande coalizione Cdu-Spd in nome della lotta al populismo.
Una sorta di alleanza tra Pd, Pdr (partito di Renzi) e Forza botulino. Con le politiche che piacciono a Moscovici, Juncker e pure Dombrovskis. Ma che non funzionano più, neppure nella rigorosa Germania.
Ovvio che il Fondo monetario internazionale insorga contro questo fallimento. Peccato che quello tedesco sia il risultato delle politiche economiche e finanziarie in linea proprio con il Fondo monetario, mentre le politiche migratorie sono quelle che piacciono all’Onu. E non funzionano.
Ma il Fondo monetario internazionale non ha neppure il senso del ridicolo e presenta le sue rimostranze al G20 in corso a Buenos Aires, cioè in quella Argentina che seguendo i dettami del Fmi sta precipitando nella miseria e nella disperazione.
I cialtroni monetaristi, però, rilevano che il Pil greco cresce. Dimenticando che cresce insieme alla povertà della popolazione greca. Un grande risultato per speculatori e sfruttatori, un disastro per i sudditi che si erano fidati di Tsipras.
Ciò non toglie che l’economia italiana sia davvero ferma. E non solo per colpa delle manovre del governo, dal momento che entreranno in vigore dal prossimo anno. Ma per responsabilità assoluta dei prenditori capeggiati da Boccia.
Il presidente di Confindustria si lamenta per gli insufficienti investimenti del governo, ma quanto investono i suoi associati? Molto meno della media europea. Difficile far crescere l’economia in questo modo.
Ma esiste anche un altro problema che Boccia trascura. I prenditori italiani pagano molto poco i loro sfruttati, definiti “collaboratori” ma considerati come servi della gleba. Ed i lavoratori non hanno la possibilità di acquistare i prodotti fabbricati in Italia perché costano troppo. Peccato che solo una minima percentuale di aziende esporti quote consistenti del proprio fatturato. Le altre vivono di mercato interno, ma con prezzi elevati e salari bassi il mercato interno non cresce.
E allora se il Pil cala, forse non è colpa di Quota 100 che ancora non c’è o del reddito di cittadinanza che non si sa neppure come sarà realmente. Ma i media di servizio gongolano nel poter accusare il governo di aver fatto calare il Pil.