Un’altra precisazione necessaria. Da vecchio prof. puntiglioso e pignolo. Vedo molti, anche vecchi amici, anche persone di cui ho sempre avuto stima intellettuale, fare uno sfrenato tifo per l’Ucraina nell’attuale conflitto con la Russia. Appiattendosi in modo assolutamente acritico sulla vulgata mediatica – governativa. In nome, soprattutto a destra (o meglio a ciò che della destra è rimasto), di una solidarietà storica con il popolo che avrebbe subito un vero e proprio genocidio nel periodo sovietico.
Fatto storico indiscutibile, che viene chiamato, nella lingua ucraina, Holodomor. Collettivizzazione forzata delle terre. La morte per fame. E, parallelamente, la deportazione e lo sterminio dei kulaki. I contadini che vivevano di un piccolo pezzo di terra.
Uno degli episodi più foschi e terribili della, fosca e terribile, storia sovietica. A lungo negato come genocidio dagli storici di sinistra. Sovietici e occidentali. Che imputavano i milioni di morti (cinque, otto, forse anche più) alla rigida politica centralista di Stalin. E non ad una volontà di genocidio. Che è stato riconosciuto come tale, a livello internazionale, solo in anni recenti.
Di fatto fu un genocidio sociale, non etnico. La distruzione sistematica della piccola proprietà terriera colpì tanto gli ucraini che i russi, che le altre etnie sottoposte al potere dei Soviet. Certo, l’Ucraina pagò il tributo più pesante, perché terra agricola. E per di più popolata da genti che avevano a lungo resistito all’Armata Rossa…
Morte per fame. Holodomor, questo significa tanto in russo che in ucraino. E a me ricorda molto da vicino ciò che avvenne in Irlanda, nel XIX secolo. Sotto il dominio inglese. Milioni di morti di fame. Milioni di emigrati. Ma di quello, chissà perché, nessuno parla. Nessuno usa il termine genocidio…
Comunque, Holodomor è una tragedia, un genocidio sociale indiscutibile. E appare stupido che la Duma russa si rifiuti ancora di riconoscerlo per quello che è stato. Per timore che questo venga utilizzato come strumento di propaganda anti-russa. Dai nazionalisti ucraini e, soprattutto, dai loro sponsor occidentali.
Preoccupazione che non è priva di ragioni. Ma che resta sostanzialmente stupida. Perché invece che negare o cercare di ridimensionare Holodomor, gli storici russi, e anche i politici, dovrebbero fare capire che ciò che accadde non fu colpa dei Russi….
Assurdo? Vediamo un po’. Lenin di padre cjuvasco, etnia mongola, e madre ucraina. Trotsky, il condottiero della Armata Rossa che in Ucraina fece carne di porco, era di famiglia ebraica. E nativo della Ucraina.
Stalin era, notoriamente, georgiano. Di madre osseta, per altro. E oggi la Georgia è, tra gli stati ex sovietici, quello che maggiormente appoggia Kiev contro Mosca, manda milizie e chiede di entrare nella NATO.
Era russo, invece, Bucharin, di Mosca. Si oppose alla politica economica di Stalin. E sappiamo come è finito…
Continuiamo? Krusciev era ucraino. Brežnev? Ucraino. Andropov, prima a capo del, temuto, KGB, poi, per breve tempo, Segretario del PCUS, era secondo alcune fonti, di famiglia ebraica originaria della Grecia. Secondo altre (le sue origini restano un mistero, come si addice alle grandi spie) di stirpe cosacca…
Erano russi Černienko, che governò solo un anno, e soprattutto Gorbachev. Che dell’URSS fu, di fatto, il liquidatore.
Vedete, Alexander Solgenicijn, il grande scrittore, premio Nobel, e grande dissidente dell’era sovietica, nel suo, terribile, capolavoro “Arcipelago Gulag” scrive una cosa che, per me, è illuminante. La prima vittima del potere sovietico fu il popolo russo. Che pagò il più alto tributo di sangue. E che subì un, lungo, tentativo di genocidio culturale. E lui, Solgenicijn, era ucraino, di stirpe cosacca.
Ciò che è avvenuto in URSS, compreso Holodomor, il genocidio ucraino, è stato causato dall’ideologia marxista – leninista, come scrisse Sacharov, altro grande dissidente. Che la definisce la “putrida radice” di tutti i massacri e tutte le tragedie. E fu gestita da una élite apolide.
Vedete, amici miei, quello che sta accadendo oggi tra Russia e Ucraina è, certo, una tragedia. Ma non ha nulla a che vedere con il passato sovietico, con Stalin, con i kulaki e con Holodomor…
Semmai è il portato di nazionalismi tribali e anacronistici, che qualcuno, da lontano, ha suscitato e continua ad alimentare. Per ragioni, e soprattutto interessi che con la storia dei popoli russo e ucraino hanno poco o nulla a che vedere.
Quindi, quando si valuta ciò che sta accadendo, bisognerebbe ragionare. Non reagire come il toro quando vede agitare il drappo rosso. O, peggio, come l’asino quando vede la carota. E non si accorge del bastone e di chi lo impugna.
E con questo il vecchio prof pignolo ha finito.