Per gli hotel e i ristoranti in zona arancione scura, cosa cambia? Sostanzialmente niente!
La cosiddetta “zona arancione scura”, o “zona arancione rafforzata“, prevede le stesse regole della “classica” zona arancione, cui, però, si aggiungono ulteriori restrizioni. Ulteriori restrizioni che riguardano prevalentemente l’istruzione, lo spostamento verso seconde case e, solo in specifici comuni, gli spostamenti all’interno del comune stesso.
La zona arancione scura è applicata alle Regioni che presentano un elevato numero di contagi. Elevato numero di contagi che rende necessarie misure più stringenti rispetto alla classica zona arancione, senza arrivare alle restrizioni ancora più severe della zona rossa.
Lo scopo è di contenere l’espansione del virus da COVID-19 e, soprattutto, delle sue varianti.
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Hotel e servizio di ristorazione
Alberghi, agriturismi, case vacanza e bed & breakfast sono aperti, anche per quanto riguarda il servizio di ristorazione. Come nella zona arancione classica, i ristoranti degli alberghi sono aperti per i clienti che vi alloggiano.
Quindi è consentita senza limiti di orario (a differenza dei ristoranti) la ristorazione solo all’interno dell’albergo. Qualora manchi tale servizio all’interno del proprio albergo il cliente può avvalersi di una ristorazione mediante asporto o mediante consegna a domicilio nei limiti di orario consentiti, con consumazione in albergo.
Ristoranti in zona arancione scura
Anche per i ristoranti la situazione rimane la stessa della zona arancione classica.
I ristoranti e le altre attività di ristorazione, compresi bar, pasticcerie e gelaterie, sono aperti per la vendita da asporto e a domicilio, consentita dalle 5 alle 22.
I clienti possono entrare e permanere nel bar, ristorante, pasticceria, esclusivamente per il tempo strettamente necessario ad acquistare i prodotti per asporto e comunque sempre nel rispetto delle misure di prevenzione del contagio. Non sono consentiti né assembramenti, né il consumo in prossimità dei locali.
Ovviamente, la sospensione di attività di centri culturali, centri sociali e centri ricreativi include anche la sospensione delle attività interne di somministrazione di alimenti e bevande e di ristorazione a favore del proprio corpo associativo, trattandosi di una attività subordinata e collaterale rispetto alla attività principale.