Da qualche tempo sui social circola questa citazione: “La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia. Una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù”.
La frase, azzeccata e profetica, è attribuita ad Aldous Huxley, ma pare che si tratti di una bufala. L’autore inglese, infatti, non l’avrebbe mai scritta né pronunciata, mentre invece sarebbe comparsa sulla quarta di copertina di un’edizione francese del suo libro più noto “Brave New World”, noto in Italia con il titolo “Il Mondo Nuovo”.

Ben più attendibile è invece l’affermazione, sempre attribuita ad Huxley: “ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime, una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici”. La frase, ben più attinente della precedente al nostro stato attuale, sarebbe stata effettivamente pronunciata nel corso di una conferenza tenuta a Londra nel 1962, un anno prima che Huxley se ne andasse in seguito a una overdose di LSD.
In ogni caso le due affermazioni sembrano adattarsi in modo perfetto ai giorni nostri, il che ne giustifica il successo sui social e sul web.
In effetti varrebbe davvero la pena di leggere, o di rileggere, il capolavoro dello scrittore britannico, uscito nel 1936, e che rappresenta il primo esempio di letteratura distopica. Tra l’altro l’opera è facilmente reperibile negli Oscar Mondadori (ediz. 2016, pp.330, €14,00), in abbinamento con il suo sequel “Ritorno al Mondo Nuovo”.
Uscito per la prima volta nel 1932, e subito tradotto l’anno seguente anche in Italia, il romanzo descrive uno stato totalitario del futuro, nel quale ogni aspetto della vita viene appiattito sulle necessità di produrre beni, e nel quale tutto si può sacrificare in nome del mito progressista. Coloro che vivono in questa società non sono oppressi da fame, guerra, malattie e possono accedere liberamente a ogni piacere materiale. In cambio del benessere fisico, però, devono rinunciare a ogni emozione, a ogni sentimento, a ogni manifestazione della propria individualità. Insomma, se non è proprio la situazione attuale, poco ci manca. A parte, naturalmente, l’oppressione delle malattie. Ma in fin dei conti è ben noto come la realtà spesso superi la fantasia.

Per quanto riguarda invece le citazioni farlocche, consigliamo il ben documentato e assai divertente “Chi (non) l’ha detto – Dizionario delle citazioni sbagliate”, di Stefano Lorenzetto, giornalista e consulente del dizionario Zingarelli. Se fate parte della nutrita schiera di “citazionisti” (quelli cioè che amano supportare il proprio pensiero con citazioni più o meno note), date un’occhiata a questo repertorio di frasi celebri, abusate e del tutto false. Vi divertirete un mondo ma soprattutto eviterete brutte figure. Inoltre avrete la possibilità di cogliere facilmente in fallo quelli che infarciscono i loro discorsi di “come diceva…”.