La Valsusa è una valle situata a ovest di Torino. Il Musinè e il Pirchiriano sono le due montagne che ne costituiscono “la porta d’ingresso”. La valle termina a Bardonecchia, il comune più occidentale d’Italia, collegato con quelli francesi di Modane, tramite i Trafori ferroviario – di cui quest’anno ricorre il 150 anniversario – e autostradale del Fréjus, e di Névache, tramite il colle della Scala.
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La Sacra di San Michele
Una volta usciti da Torino, la prima meraviglia che appare davanti ai nostri occhi è sicuramente la Sacra di San Michele, sulla vetta del monte Pirchiriano. Si tratta di un complesso architettonico, il più importante di questa valle, nonchè simbolo del Piemonte. Prima tappa in territorio italiano della via Francigena. Il periodo del suo massimo splendore storico è compreso tra il XII e il XV secolo, e dal XIX secolo è in mano ai padri rosminiani. Oggi è uno dei luoghi principali della spiritualità benedettina in Italia. Inoltre è situata al centro della linea immaginaria dell’Arcangelo.
Si trova nel territorio dei comuni di Sant’Ambrogio di Torino e di Chiusa di San Michele. Un percorso suggestivo per raggiungerla parte dal primo comune e consiste in un’ampia mulattiera con delle stazioni della via Crucis. Per gli escursionisti più avventurieri è possibile, a un certo punto, deviare per il sentiero che conduce al ponte Tibetano. Altrimenti, un altro percorso meraviglioso parte da Avigliana, precisamente dalla borgata Bertassi. Si tratta del meraviglioso sentiero dei Principi, un percorso panoramico dal quale è possibile ammirare dall’alto i due laghi di Avigliana in tutto il loro splendore. L’ultimo tratto consiste in un giro a 180 gradi per raggiungere la vetta del Pirchiriano, da punta dell’Ancoccia dalla quale l’Abbazia appare come in un dipinto.
Sant’Antonio di Ranverso
Poco prima del monte Pirchiriano si trova la precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, edificio religioso fondato dall’Ordine ospedaliero di Sant’Antonio di Vienne. Il complesso, situato nel comune di Rosta, nasce alla fine del XII secolo per volontà del conte Umberto III di Savoia. Il nome Sant’Antonio si riferisce a sant’Antonio abate; e Ranverso al toponimo di rivus inversus, un canale situato a nord delle colline moreniche comprese tra i comuni di Rivoli e Avigliana. Un tempo, per tradizione si allestiva la scena della Natività sul terreno, all’interno del presepe vivente, che coinvolgeva nella rappresentazione dei passi biblici circa la nascita di Gesù.
La Goja del Pis
Un altro paesaggio spettacolare è raggiungibile tramite un sentiero in mezzo ai boschi ben indicato che parte dal comune di Almese. Questo porta alla Goja del Pis. Il fiume Messa ha scavato nella roccia alcune goje (“pozze” in dialetto piemontese) tra cui questa, circondata da pareti di rocce in cui precipita una cascata (che in piemontese si dice “pis”) alta più o meno 15 metri. Questa piscina d’acqua fresca è il luogo ideale per fuggire dal caos cittadino e dal caldo torrido estivo.
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Bardonecchia
Infine, il territorio di Bardonecchia è il più occidentale d’Italia: il punto esatto più estremo è la Rocca Bernauda (Roche Bernaude). Tra le attrattive il forte Bramafam, costruito per difendere la linea ferroviaria Torino-Modane e il traforo ferroviario del Frejus da possibili attacchi della Francia. Un tempo controllava il paese di Bardonecchia, le valli della Rho e del Frèjus, oggi è un Museo in cui è possibile ricostruire la storia dell’artiglieria dall’Ottocento fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Insieme ai comuni della cosiddetta via Lattea, ossia Clavière, Sestrière, Cesana Torinese, Montgenèvre (in territorio francese), costituisce una delle località sciistiche più prestigiose d’Italia.
La bellezza dei paesaggi non ha limiti. Uno di questi è la Valle fiorita di Rochemolles, oltre alle due citate prima. Al fondo di questa è possibile raggiungere il rifugio Scarfiotti, passando per la diga di un lago artificiale. Inoltre è possibile proseguire oltre il rifugio anche in macchina fino al colle del Sommeiller, a poco più 3300 metri, attraverso la strada carrozzabile più alta d’Italia.
Valle Stretta
Una volta superata la frazione di Melezet si arriva in Francia. Dal confine è possibile raggiungere attraverso dei meravigliosi sentieri la Valle stretta (Vallée étroite), italiana fno al 1947, anno in cui il trattato di Parigi ha ridefinito i confini nazionali. Lì vi sono due rifugi: il “Re Magi” e il “III reggimento alpini”, presso i quali è possibile mangiare una deliziosa polenta. E dove è possibile recarsi anche in Inverno con la motoslitta per cenare. Dalla valle è riconoscibile, sullo sfondo, il monte Thabor, per la sua forma particolare.
Poco dopo i rifugi è possibile raggiungere il lago verde seguendo i cartelli. Si tratta di un lago isolato il cui colore è dato dalla numerosa presenza di alghe verdi. Questo segna il confine tra due dipartimenti francesi: quello della Savoia, e quello delle Alte alpi nel quale si trova la valle.
Un’altro posto grazioso raggiungibile una volta oltrepassato il confine è il comune francese di Névache nella Valle della Clarée (Vallée de la Clarée), dotata di particolare bellezza in autunno. La si può raggiungere a piedi, in auto o in bici attraverso il colle della scala (Col de l’échelle) oppure a piedi e in bici attraverso il col de Thures partendo dal rifugio “III reggimento alpini”.