Il 16 febbraio 2022, la Corte Costituzionale si è espressa a proposito dell’ammissibilità di otto quesiti referendari. Abbiamo già parlato dei tre quesiti referendari bocciati dalla Corte e delle motivazioni del rifiuto. Clicca qui per approfondire la questione. In questo articolo vediamo invece quali sono stati i referendum approvati dalla Corte, per cui andremo a votare nei prossimi mesi. Brevemente, si tratta dei quesiti relativi all’abrogazione della legge Severino sui condannati in Parlamento, l’abolizione della raccolta delle firme per presentare la candidatura al CSM, la separazione delle funzioni dei magistrati, i limiti all’applicazione delle misure cautelari e il diritto di voto degli avvocati nei consigli giudiziari.
Referendum sulla legge Severino
Il primo referendum passato con esito positivo al vaglio costituzionale è quello sull’abolizione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità. Si tratta di uno dei decreto attuativi della legge Severino. Un’eventuale abrogazione comporterebbe l’eliminazione delle norme che attualmente non permettono ai condannati in via definitiva per mafia, terrorismo, corruzione e altri reati gravi di candidarsi alle competizioni elettorali del Parlamento italiano, quello europeo e alle elezioni regionali. L’altro punto sottoposto a referendum abrogativo riguarda l’articolo 11, che attualmente prevede la sospensione dal ruolo per gli amministratori locali soggetti a condanna di primo grado.
Referendum sulla custodia cautelare
L’obiettivo di questo secondo referendum è quello di ridurre il gruppo di reati per i quali è consentita l’applicazione di misure cautelari. Le misure cautelari, nel processo penale, sono provvedimenti provvisori e immediatamente esecutivi disposti dall’autorità giudiziaria quando ritiene che possa esistere il pericolo che durante le indagini preliminari o nel corso del processo possano verificarsi eventi capaci di compromettere la funziona giurisdizionale. La misura cautelare su cui agirebbe in particolare il referendum è quella della carcerazione preventiva, su cui si riconoscono presunti abusi.
La proposta dei promotori è quella di cancellare una parte dell’articolo 274 del codice di procedura penale, in modo da abolire parzialmente la possibilità di arrestare una persona indagata per impedire che commetta reati della stessa specie di quelli per i quali è indagato. In particolare, le norme attuali prevedono gli arresti domiciliari o il carcere preventivo dove si attesti il pericolo di reiterazione su reati con pena massima di almeno 4 o 5 anni, oltre che per il finanziamento illecito di partiti. Conseguenza dell’abrogazione sarebbe che il soggetto inquisito potrà essere arrestato preventivamente solo per i reati che prevedono l’uso della violenza o delle armi oppure quelli legati alla criminalità organizzata o all’eversione.
Referendum sulle elezioni del Csm
Il Csm, Consiglio superiore della magistratura, è l’organo di amministrazione della giurisdizione e di garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza dei magistrati. Il quesito referendario approvato dalla Corte costituzionale riguarda l’eliminazione della soglia minima di firme, attualmente 25, necessaria perché i magistrati possano candidarsi a membri del Csm. Un’eventuale approvazione comporterebbe l’abolizione del necessario appoggio di terzi per l’elezione a membro. Si tratta tuttavia di un referendum che potrebbe perdere di senso a causa della riforma della legge proposta dal governo in vista delle elezioni dell’estate.
Referendum sulla divisione delle carriere
Il quarto dei referendum approvati dalla Corte riguarda la separazione delle funzioni dei magistrati. Il referendum mira a non permettere più il cambio di funzioni tra giudici e pubblico ministero. Infatti attualmente i magistrati fanno parte di un unico ordine giudiziario e sono divisi fra la funzione di pubblico ministero e quella di giudice. Il cambio di funzioni è permesso 4 volte nel corso di una carriera.
Anche in questo caso, la riforma di legge presentata dalla ministra Cartabia ha previsto un restringimento delle possibilità di cambiare funzione. Le norme che il referendum vorrebbe abrogare però provocherebbero una diminuzione ancora più drastica dei cambi di funzione, consentendo un solo passaggio da fare a inizio carriera.
Referendum sui Consigli giudiziari
Il quinto e ultimo dei referendum approvati riguarda la possibilità per gli avvocati che fanno parte dei Consigli giudiziari di votare anche sulla base di valutazioni in merito alla professionalità dei magistrati. In questo caso, la riforma contestualmente proposta dalla ministra Cartabia permetterebbe queste valutazioni però solo in casi eccezionali, cioè nella situazione in cui il Consiglio dell’Ordine segnali comportamenti scorretti da parte del magistrato che deve essere sottoposto a valutazione.
Sono questi i cinque quesiti referendari approvati dalla Corte, su cui i cittadini saranno chiamati alle urne. Come previsto dalla legge, la convocazione degli elettori dovrà essere inserita nell’arco di date che va dal 15 aprile al 15 giugno.