È andata male anche questa volta. Il giornalismo atlantista – che è la negazione del giornalismo ed il trionfo della disinformazione al guinzaglio – è riuscito a ciuccare le quote anche nella narrazione dell’incontro dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). L’ordine di scuderia era quello di riprendere una celebre frase del creatore dell’acronimo: quando i Brics si riuniscono, non riescono mai a decidere qualcosa.
Dunque tutti tranquilli, gli atlantisti. L’incontro in Sudafrica non avrebbe portato ad un ampliamento, non ci sarebbero stati nuovi ingressi. Tutti pronti a scommettere su Modi, perché il leader indiano non avrebbe permesso un allargamento che favoriva la Cina. Tantomeno avrebbe accettato l’ingresso di Paesi musulmani. E il Sudafrica non avrebbe accettato l’allargamento ad altri Paesi africani, così come il Brasile non avrebbe tollerato altri Paesi latinoamericani. E pazienza se proprio Lula aveva sostenuto la candidatura di Buenos Aires.
Dunque, in perfetta sintonia con le notizie dei giornalisti italiani, i Brics hanno deciso che, dal 1 gennaio 2024, nel gruppo entreranno Arabia Saudita, Emirati Arabi, Etiopia, Egitto, Iran e Argentina. Insomma, la disinformazione italiana non ne ha azzeccata una che sia una.
Almeno a livello di immagine e di informazione.
Perché poi, nei fatti, la situazione è meno chiara di quanto sembri. A partire dell’Argentina. L’ingresso nei Brics è un azzardo di Lula. Che, in questo modo, spera di tirare la volata ai peronisti in crisi. E di ribaltare i pronostici per le elezioni presidenziali di ottobre. Si rischia, però, un clamoroso autogoal. Perché se vinceranno i liberisti al servizio di Washington, Buenos Aires potrebbe non entrare nei Brics o trasformarsi in un ostacolo per le iniziative del gruppo.
Opposta la situazione per l’India. Che, con l’ingresso di Arabia, Emirati ed Iran potrebbe ottenere un allentamento delle tensioni con i musulmani indiani in vista delle prossime elezioni. Inoltre, anche se il giornalismo italiano non se n’era accorto, era da tempo che India ed Iran avevano intensificato i rapporti commerciali.
Un plateale schiaffo sulla faccia degli USA e dei maggiordomi europei, convinti di poter condizionare il mondo intero attraverso le sanzioni. L’ingresso di Teheran è la dimostrazione che la politica delle sanzioni è rivolta da Washington contro i propri alleati, prima ancora che contro gli avversari.
Ora, con i nuovi ingressi, i Brics rappresentano il 47% della popolazione mondiale, il 36% del PIL mondiale e quasi l’80% della produzione di petrolio. Ma le piangine dei TG italiani continueranno a sostenere che Putin è isolato. E non è ancora finita. Perché in tempi brevi potrebbero entrare nel gruppo anche Algeria e Tunisia, oltre all’Indonesia che ha chiesto un periodo di ulteriore riflessione. Mentre il Venezuela non pare avere, al momento, i requisiti necessari. Ma spera di entrare in tempi rapidi.
Quanto all’Italia, resta con in mano il cerino del Piano Mattei. Mentre l’Etiopia si allea con i nemici della famiglia Meloni, mentre l’Egitto sceglie altri partner e la Tunisia e l’Algeria sono in lista di imbarco. E Tajani insiste a fare il ministro degli esteri..
1 commento
Schiaffo agli Usa?
Per l’accesso dell’Etiopia è stata proprio l amministrazione Biden fondamentale
Non ha più ritenuto l Etiopia violatrice dei diritti umani nella guerra con il Tigray
Dai su ….