Discount Italia, avanti c’è posto. Un altro pezzo storico dell’industria italiana ammaina il tricolore e alza un vessillo cinese. Non di Pechino, questa volta, ma di Taiwan. E magari Xi Jinping non sarà nemmeno troppo contento. Il gruppo Walsin Lihwa Corporation ha infatti raggiunto l’accordo per rilevare la maggioranza della Cogne Acciai Speciali che, attualmente, fa capo alla famiglia Marzorati. Il gruppo taiwanese, quotato alla Borsa di Taipei, ha un fatturato di 4,7 miliardi di euro e 7.000 dipendenti. Cogne Acciai Speciali ha 1.413 addetti, per un fatturato di 645 milioni di euro.
Come si usa in questi casi, il venditore annuncia la sua grande soddisfazione. Dichiara, infatti, Giuseppe Marzorati, presidente della Cogne: “Siamo particolarmente contenti ed onorati che la lunga tradizione siderurgica della nostra famiglia, che ha portato Cogne Acciai Speciali ad essere un leader globale riconosciuto nel nostro settore, possa incrociare la traiettoria di successo del gruppo Walsin Lihwa Corporation, con il quale condividiamo gli stessi valori, la stessa concretezza e la stessa strategia, per creare il più grande gruppo al mondo nella produzione di acciai inossidabili lunghi speciali, con ambizioni concrete di allargare ulteriormente il perimetro di operatività in Europa e nelle Americhe”.
E all’azienda valdostana aggiungono che, con la cessione del 70% del capitale nel capitale a Walsin Lihwa Corporation, Cogne Acciai Speciali “si assicurerà importanti sinergie e l’accesso a tutti i vantaggi derivanti da un grande gruppo quotato, in particolare per quanto riguarda la presenza sui mercati asiatici”. La famiglia Marzorati rimarrà impegnata nel lungo periodo nella al fine di sostenere il percorso di crescita pianificato, in Europa nonchè in Nord e Sud America.
Sin qui, tutto bene. I dubbi nascono sul futuro dello stabilimento aostano. Che, indubbiamente, garantisce qualità e rappresenta un avamposto per lo sviluppo in Europa. Però più si allontana dai lavoratori il centro decisionale e più i dubbi aumentano. Perché non sempre le garanzie fornite al momento delle acquisizioni vengono rispettate nelle fasi successive. È evidente che la presenza di uno stabilimento in una Regione Autonoma ha notevoli vantaggi. Purché la classe politica locale sia in grado di approfittare della situazione per fronteggiare eventuali tentazioni di delocalizzazione.