Il meglio dei congressi politici, degli incontri culturali ma anche scientifici, avviene non sul palco ma dietro le quinte. Quando i relatori intrecciano discussioni tra di loro, con la sincerità che spesso viene meno di fronte ad un microfono. Così a Montagnaga di Pinè (Trento), dove si svolgono i lavori del diciottesimo workshop di geopolitica promosso da Vox Populi e dal Nodo di Gordio, sarà interessante non solo ascoltare gli interventi di ambasciatori e politici, ma anche osservare l’intreccio di relazioni che si crea a microfoni spenti.
Serbi e sloveni, turcociprioti ed italiani, grandi industriali e generali, ricercatori scientifici e psichiatri potranno dialogare, scambiarsi opinioni, approfondire argomenti, porre domande senza alcuna limitazione. E ciascuno potrà riportare a casa non solo informazioni in più, ma anche sensazioni, impressioni. Ma, soprattutto, nuovi contatti da coltivare nei mesi successivi.
È la grande e sostanziale differenza rispetto agli incontri virtuali, sulle piattaforme varie. Utili, certo, ma privi del rapporto umano diretto che rappresenta un aspetto fondamentale di un congresso. Ci si conosce e si riparte con una serie di amici in più poiché si ha avuto la possibilità di dialogare direttamente, di valutarsi al di là degli interventi ufficiali. Di approfittare dei momenti di intrattenimento culturale o delle pause enogastronomiche per capire se una persona vale nel suo complesso o se è solo un esperto di una delle diverse materie in discussione.