Gli effetti del lockdown su bambini e ragazzi sono stati devastanti. Secondo un sondaggio condotto dall’ospedale Gaslini di Genova, la situazione di confinamento ha determinato una condizione di stress che ha avuto ripercussioni non solo sulla salute fisica ma anche su quella psichica ed emozionale, sia dei genitori che dei bambini.
Distanziamento sociale e lockdown hanno lasciato un segno indelebile in modo particolare sugli adolescenti e preadolescenti, che vivono un’età in cui l’inclusione e l’accettazione nel gruppo dei pari è vissuta come essenziale. La chiusura ha accentuato il senso di solitudine onnipresente in questa fase dello sviluppo.
Infatti è proprio lo scambio con il gruppo dei pari a generare lo sviluppo dei giovani adulti indipendenti, suscitando in loro un senso più completo di identità sociale.
Le richieste di ricovero per psicopatologie con “attacco al corpo”, ossia con atti di autolesionismo, sembrerebbero essere significativamente aumentate.
I dati forniti dal Centro per i disturbi alimentari di Città della Pieve non sembrano essere confortanti: il lockdown per il Covid e il ricorso alla didattica a distanza hanno provocato una “esplosione” dei disturbi del comportamento alimentare tra i giovani ma anche tra gli adulti. Con anoressia e obesità che sono sempre più diffusi, coinvolgendo pure i ragazzi e non più esclusivamente le ragazze. Un effetto negativo sui disturbi alimentari è strettamente legato anche alla didattica a distanza. “Lo stress – ha spiegato Laura Della Regione, direttrice della rete del Centro per i disturbi del comportamento alimentare dell’Usl Umbria 1-, la vita sedentaria e un senso di claustrofobia legato a dover rimanere a casa hanno contributo a peggiorare la situazione. Il cibo è stato una sorta di rifugio”.
Una possibile soluzione è rimanere positivi e mantenere alta la comunicazione all’interno della famiglia. Una buona comunicazione, tra bambini e genitori, può fare la differenza tra un bambino che vede il lato positivo o che scivola invece in uno stato di paura.