Mariela Castro a Torino per parlare di diritti ma la sinistra si dimentica che cosa è oggi Cuba, Paese che ha continuato a mantenere la struttura del regime, dove la contestazione non è contemplata, dove chi protesta viene mandato in carcere. Ci vuole coraggio a concedere uno spazio dove si dovrebbe parlare di diritti.
Giovani transgender in Parlamento contro giovani finiti in carcere nell’ultimo anno solo perché contrari all’ideologia e al regime cubano. Il tutto parlando dal pulpito di uno Stato che detiene ancora più di mille prigionieri politici, reprime la libertà di espressione, ha distrutto migliaia di famiglie.
Nel comunicato dei dissidenti cubani in Europa, si legge, la presenza di Mariela Castro in Italia “è una presa in giro senza precedenti. La figlia del dittatore (Raul, ndr) intende riciclare ancora una volta un sistema politico di partito unico, che perseguita la libertà di espressione e che attualmente ha più di 1.000 prigionieri politici”. È paradossale rendersi conto quali temi siano affrontati dalla signora Castro: “diritti umani e diritto di famiglia”. Veramente singolare, se ricordiamo il curriculum di grande terrore dei 63 anni del regime comunista, che dopo le proteste dell’anno 2021 ha detenuto più di 5mila cittadini e, secondo l’Ong spagnola Prisoners Defenders, attualmente è diretto responsabile di 1.057 prigionieri politici.
Certo è che sentire parlare di famiglia qui in Italia, la figlia di un dittatore come Raul Castro, senza parlare del comunismo che ha distrutto migliaia di famiglie a Cuba, appare abbastanza comico. Con il fenomeno della prostituzione dilagante a Cuba, Mariela Castro riesce ancora a parlare dei diritti della comunità LGTB, quando il mondo sa che la cosiddetta “rivoluzione” da sempre ha perseguitato gli omosessuali. Il regime di Fidel è noto, negli anni ’60, per i campi di concentramento conosciuti come “UMAP” (Unità Militare di Aiuto alla Produzione), dove gli omosessuali erano arrestati e condannati ai lavori forzati. E, ancora oggi, “sappiamo da ampie testimonianze che solo gli omosessuali comunisti sono ammessi, il resto è perseguitato”, conferma il comunicato dei dissidenti.
Qualcuno dovrebbe ricordare a Mariela Castro che il rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali, delle libertà politiche, delle libertà di informazione, della libertà di stampa, delle libertà sindacali, delle libertà di riunione e di parlare liberamente, della capacità di aver di fronte un potere che riconosca la pluralità in tutti i sensi, non soltanto nei sensi che fanno comodo al potere, alla propaganda del potere, che tutte queste libertà siano veramente riconosciute dal sistema parlamentare politico nel quale l’onorevole Castro è inserita.
È corretto sottolineare che il comunicato della dissidenza cubana ha ribadito che l’Unione Europea (risoluzione 1481/2006) “condanna fermamente i crimini dei regimi comunisti totalitari, equiparando il comunismo e gli Stati comunisti al fascismo e al nazionalsocialismo per essere somigliante nei crimini contro l’umanità, l’ideologia dell’odio e la tirannia dei loro governi”.
Di conseguenza, i cubani in Europa chiedono che l’ideologia comunista sia messa al bando così come viene fatto con il fascismo. La presenza di Mariela Castro in Italia “è un tentativo di sovvertire e contaminare la democrazia della Repubblica italiana e i valori europei”.
1 commento
Ritengo quanto meno singolare la riproposizione lettera per lettera del comunicato della cosiddetta “dissidenza” diffuso durante la presenza della Dottoressa Mariela Castro Espin a Torino, senza preoccuparsi di verificare la veridicità di quanto lì si afferma. Vale appena la pena ricordare che quelli che vengono definiti prigionieri politici sono gli stessi “eroici” manifestanti del 11 luglio 2021, condannati (molto meno di n un migliaio) per le azioni di saccheggio e violenza contro stabilimenti commerciali e forze di polizia . Per quelle stesse azioni in qualunque altro Paese si sarebbero intervenute forze antisommossa reprimendo violentemente la sommossa. Nulla di questo è avvenuto a Cuba. Sono disponibili centinaia di immagine a riprova di questa mia affermazione.
Sarebbe utile invece informarsi di come le oscure organizzazioni terroristiche radicate per lo più a Miami e indirettamente le stesse istituzioni degli Stati Uniti finanziano questi cosiddetti “dissidenti” che con tour sovrapposti a quelli delle personalità cubane seguono passo passo le loro iniziative