Se il quotidiano Repubblica conta su Paolo Berizzi come fascistologo e fascistofobo ufficiale, se La Busiarda mette in campo direttamente il direttore Giannini in sostituzione di Michela Murgia, il Corriere della Sera si affida ad Alessandro Trocino per bacchettare questa destra ipocrita che finge di essere moderna ma che, in realtà, continua a marciare (su Roma, immancabilmente) con la testa rivolta all’indietro, giustificando il tal modo il terrore di tutta la gauche intello per il ritorno del Duce in versione femminile e borgatara.
Trocino se la prende, questa volta, con la riscoperta di Prezzolini, infilato da Giorgia Meloni in quella cosa brutta e stupida che è il Pantheon della cultura non di destra bensì di Fdi. Un tentativo, quello del Pantheon, già visto e rivisto in passato. Con esiti tra il nulla ed il controproducente. Una sorta di lunghissimo elenco di nomi da sbattere in faccia agli avversari salvo, poi, dimenticare tutti quei nomi quando gli assessori alla Cultura dell’area devono provare a realizzare qualche iniziativa sul territorio. Ma questo, per fortuna dei meloniani, i fascistofobi dei quotidiani non lo sanno.
Dunque il povero Trocino deve dedicarsi non all’analisi dell’inutilità del Pantheon ma alla demolizione del personaggio. La demolizione di Prezzolini, in questo caso. Il grande intellettuale (Prezzolini, non Trocino) non era fascista – spiega il fascistologo – ma era amico del Duce. E, indubbiamente, un conservatore. Anarchico conservatore. Più anarca che anarchico, in realtà, ma non è il caso di sottilizzare. Ciò che infastidisce Trocino, però, è l’atteggiamento di Prezzolini che apprezza il tentativo mussoliniano di rifondare e riformare l’Italia, salvo poi sbagliare completamente la carta dell’entrata in guerra sottovalutando il nemico e, soprattutto, sopravvalutando il popolo italiano. Troppo indulgente, per Trocino. E poi troppo politicamente scorretto, Prezzolini, quando spiega che metà dei danni all’Italia sono stati provocati dai tedeschi ma l’altra metà dagli angloamericani.
E no! Non si può sostenere impunemente che le bombe degli Alleati uccidessero i civili. I bambini morti nelle scuole bombardate si erano già suicidati; l’abbazia di Montecassino era esplosa per autocombustione; gli edifici nelle città crollavano per il vento perché erano stati malcostruiti; le decine di migliaia di vittime delle “marocchinate” erano consenzienti. Dunque come fa Giorgia Meloni, iper atlantista, a collocare nel Pantheon un personaggio come Prezzolini? E pazienza se, abbandonata l’Italia si era trasferito negli Usa. I nomi del Pantheon devono essere vagliati da Trocino, Berizzi, Giannini.
Dunque fuori Prezzolini, bocciato anche Malgieri che ne ha scritto in modo positivo, eliminato Sangiuliano che lo apprezza. Ed eliminato anche Scruton, altra passione di Malgieri. Troppo british, per Trocino, troppo appassionato di caccia alla volpe per poter avere qualcosa da spartire con la borgatara Pina della Garbatella.
Ma ora che Meloni andrà a governare, il problema del Pantheon è facilmente risolvibile. Sarà la commissione composta da Trocino, Giannini e Berizzi a stabilire i nuovi nomi da inserire. Ed in questo ha perfettamente ragione il giornalista del Corriere: nomi nuovi, di persone viventi che interpretino la realtà attuale e che forniscano idee per il nuovo rinascimento italiano. Certo non si può fare affidamento sul cognato della Pina della Garbatella.