Tutto il riassunto della storia dei fratelli Gracchi, i cosidetti paladini della plebe che si opposero al senato e all’aristocrazia romana per dare nuova vita alla repubblica romana.
Scopriamo più da vicino la storia di Tiberio e Gaio Gracco, i due fratelli e politici della Roma repubblicana facenti parte della Gens Sempronia. I patrizi “paladini della plebe” che agirono per il bene della devastata plebe romana.
“Ecco i miei gioielli”
Cornelia, madre dei gracchi riferendosi ai figli tiberio e Gaio
I fratelli Gracchi e la lotta di classe
Tiberio e Gaio Gracco erano i nipoti del leggendario Scipione l’Africano, il militare romano conquistatore d’Africa. All’interno della vita politica sin dalla giovane età furono tra gli ideatori del partito democratico. Credevano fermamente che la repubblica (in quegli anni in crisi) potesse subire una nuova scossa vincente grazie alla vicinanza con il popolo romano. Il periodo storico dell’epoca era decisamente delicato. I contadini poveri emigrarono verso le grandi città perchè pieni di debiti e perchè rimasti senza terre da coltivare. Questo perchè i patrizi e i cavalieri romani si impossavano con la forza e senza ritegno anche dei terreni definiti di “agro pubblico” ossia le terre conquistate dalle truppe romane e appartenenti allo Stato che poi in seguito le avrebbe spartite anche tra i contadini. La Roma del tempo era già piena di lavoratori disoccupati che reclamavano lavoro e stabilità, la migrazione dei contadini peggiorò ulteriormente la situazione.
Cosi nacque il partito democratico romano, in difesa delle masse e per sistemare la crisi sociale divenuta ormai insostenibile. Proprio qui spiccò la figura di Tiberio Gracco che venne eletto Tribuno della Plebe nel 133 a.C. Tiberio si batte fin da subito per difendere i diritti dei contadini dalla prepotenza dei senatori. Si presentò un’occasione senza precedenti per Tiberio: l’esercito aveva da poco conquistato la pianura padana, terra dei Galli, cosi propose di distribuire quei terreni ai contadini scontenti. Allo stesso tempo però propose di dare la cittadinanza romana ai popoli conquistati rendendo di fatto inutile la proposta perchè con la cittadinanza non sarebbe stato più possibile confiscare le terre ai Galli. Inoltre il senato e i patrizi erano ormai arrivati al limite della sopportazione e decisero di agire per fermare in modo definitivo le “azioni folli” di Tiberio.
La prima riforma e l’avvento di Gaio Gracco
Tiberio propose la riforma agraria: i nuovi proprietari terrieri (i patrizi) avrebbero dovuto restituire parte delle terre allo Stato. Ogni famiglia avrebbe potuto possedere massimo 250 ettari di pezzamento e le terre eccedenti sarebbero state interamente gestite dallo Stato in modo da redistribuirle equamente. Insomma l’obiettivo era ottenere equità tra patrizi e plebei. Cosa che non piacque assolutamente al senato che in una congiura premeditata assassinò Tiberio.
Ciò non fermò la voglia di giustizia dei fratelli Gracchi. Nel 124 a.C. entrò in scena il fratello di Tiberio, Gaio, che venne eletto Tribuno della Plebe. Fu un evento di immensa portata storica; tutta Italia si riversò a Roma per votare ed eleggere Gaio Sempronio Gracco. Quest’ultimo ottenne grande potere politico grazie alla lotta alla disoccupazione e dalle alleanze strategiche con cavalieri e proletari urbani per contrastare con efficienza possibili contromosse dei senatori. Dal 123 a.C. in poi Gaio proseguì con la riforma agraria del fratello Tiberio: promosse la Legge Frumentaria (prezzi ribassati del frumento per i poveri) e la fondazione di nuove colonie, che avrebbe permesso l’assegnazione di nuovi terreni.
Il tribuno commise però il fatale “errore” di voler estendere la cittadinanza romana a tutti i latini ed italici. Ciò non piacque a nessuno, nemmeno ai suoi alleati. Il senato approfittò di questa momentanea perdita di fiducia per ucciderlo. E cosi anche Gaio Gracco subì la stessa sorte del fratello. Lasciato solo e costretto al suicidio, venne accerchiato dagli uomini di Opimio, console da poco eletto dal senato.
La fine della repubblica
Dopo la parentesi dei fratelli Gracchi la repubblica era ormai ad un passo dal baratro. Il senato si impose come centro nevralgico del potere in sostituzione ai confusi comizi popolari. La triste fine dei Gracchi corrisponde, più o meno, alla fine della repubblica. La politica romana rimase con due fazioni principali: gli ottimati (parte conservatrice composta da aristocrazia e senatori) e i popolari (rinnovatori, cavalieri e ricchi plebei). La tensione culminò con un’inevitabile guerra civile vinta dagli ottimati che aprì infine la strada all’avvento di Giulio Cesare e Ottaviano e all’alba dell’epoca imperiale.