I destri fluidi di governo si indignano perché la gauche débâcle organizza una manifestazione antifascista per protestare contro una scazzottata davanti ad una scuola. Mentre la stessa sinistra ignora una aggressione avvenuta a Bologna contro un gruppo di ragazzi di destra. E, ovviamente, i fatti di Bologna vengono totalmente ignorati dai chierici della disinformazione italiana. Sia per quanto riguarda gli ex grossi quotidiani sia per la tv di stato.
Non è che i destri di governo abbiano torto, nello specifico. Ma hanno gravi responsabilità per la totale incapacità nella gestione dei rapporti con i media. I geniali esperti degli uffici stampa ministeriali, perlomeno quelli che non hanno ancora abbandonato i responsabili dei dicasteri, non si sono accorti che, nelle scorse settimane, è andato in onda a Riccione il congresso nazionale dei giornalisti.
I delegati sono persino riusciti a dividersi su un tema fondamentale. No, non sul futuro di una professione ormai a fine corsa, grazie allo squallore di una informazione scorretta ma politicamente corretta, bensì su quanto si debba essere antifascisti. Onesti intellettualmente? Scrupolosi nella verifica delle notizie prima di pubblicarle? Macché, quelli sono retaggi di un passato lontanissimo. L’unica cosa che conta è la quantità di antifascismo. Tanto o tantissimo? O ancor di più?
Ovviamente gli atlantisti poltronati non se ne preoccupano. Mica sono fascisti, loro. Verissimo, ma ai chierici non bastano le abiure. Sono convinti, i chierici, di poter rilanciare le proprie testate riprendendo le menzogne del passato glorioso. Quando i loro compagni padri scrivevano che le Brigate Rosse non esistevano, che i giovani di destra venivano assassinati immancabilmente nel corso di faide interne. Grande giornalismo di inchiesta..
E, dunque, per provare a salvare le poche copie rimaste ed il ridotto numero di teledipendenti che seguono i TG bisogna tornare ad inventare le trame nere, gli agguati, il razzismo. L’importante è creare un clima di tensione in cui far sguazzare Schlein e compagni. D’altronde i corsi di deontologia professionale ignorano la correttezza dell’informazione e si occupano di desinenze di genere e di asterischi.