La Bocconi, dopo aver contribuito al disastro italiano grazie al governo del grigiocrate Monti, ha perso credibilità. Però il sondaggio condotto sul voto di 300 universitari dell’ateneo milanese è comunque significativo. Stravince la “cosa strana” di Renzi e Calenda, ma vanno bene anche il Pd e le altre formazioni di centrosinistra bocciate domenica scorsa. Male, anzi malissimo, il centrodestra ed il destracentro. In fondo si conferma la tendenza della gauche quinoa, dei radical chic, della Ztl. La Bocconi come sede invernale di chi trascorre l’estate a Capalbio.
Però anche le analisi del voto giovanile (18-24) confermano – con alcune differenze – il trend a favore della sinistra non piddina. Piace Conte, piacciono Calenda e Renzi, piace persino Bonelli (il triplo di consensi rispetto alla percentuale totale) qualcuno apprezza addirittura Bonino e Della Vedova (dal 2,8% generale al 12,3% tra i ragazzi). Le destre ed i berluscones ne escono di nuovo male. 11 punti percentuali in meno per Fdi rispetto al risultato complessivo del partito meloniano, una perdita limitata per i berluscones (con il doppiopetto si nasce), un crollo totale per la Lega.
Ovviamente al circolo della Garbatella non si preoccupano più di tanto, non si interrogano sulle ragioni di questo rifiuto delle destre da parte dei più giovani. Perché, se si facessero una domanda, dovrebbero anche trovare una risposta. Che suonerebbe come una condanna per le politiche giovanili, per le organizzazioni giovanili, per una proposta politica a favore dei mercanti di armi, degli inquinatori. Forse ai ragazzi non è piaciuta la proposta dell’influencer di area di pagare con un gelato mezza giornata di lavoro.
Ma è anche una totale bocciatura per chi ha imposto come ministri per l’Istruzione personaggi come Moratti e Gelmini. Per chi voleva trasformare la scuola in un’azienda, per chi non ha mai sostenuto i pochi insegnanti non allineati al pensiero unico obbligatorio.
Quanto alla Lega, è il partito più votato – insieme ai 5 Stelle – dai ceti più poveri. Eppure il nuovo corso salviniano/giorgettiano ha abbandonato le classi popolari per inseguire i padroncini, gli industriali che assumono manodopera straniera per pagarla meno. Come prendere a schiaffi i propri elettori. Considerando, poi, le iniziative degli assessori alla Cultura della Lega, è ovvio che Salvini non affascini i bocconiani ma neppure i giovani con un briciolo di studi alle spalle e con un minimo di interesse per musica, cinema, teatro, pittura, fotografia.