In un momento in cui tanti lavoratori vedono naufragare i propri diritti sindacali a causa della pandemia, fa eco la nascita di un sindacato per Google. A darne notizia è il New York Times. Un tweet ha fatto il giro del mondo: “Siamo lavoratori di Alphabet. Ci stiamo organizzando da oltre un anno e siamo finalmente pronti a condividere tutte le nostre motivazioni. Questa mattina, annunciamo #AWU, il primo sindacato aperto a tutti i lavoratori di qualsiasi azienda Alphabet. Ogni lavoratore ha diritto ad un sindacato, compresi i lavoratori tecnologici”.
Un’iniziativa nata da 225 dipendenti di Mountain View che insieme formano un sindacato, l’Alphabet Workers Union affiliato alla Communications Workers of America che rappresenta i lavoratori nelle telecomunicazioni e nei media negli Stati Uniti e in Canada. Indubbiamente un sindacato di minoranza che rappresenta una piccola parte degli oltre 260.000 dipendenti e collaboratori a tempo pieno dell’azienda.

I lavoratori cercano di organizzarsi dato che gli orari e le modalità di lavoro stanno cambiando. I progressi nel campo dell’intelligenza artificiale, dell’automazione e dell’elaborazione dei dati continuano a trasferire le responsabilità dai lavoratori ai sistemi digitali, il che ha un impatto molto forte sul ruolo del lavoro organizzato. Negli Stati Uniti circa 1 persona su 4 è impegnata in qualche modo nella gig economy. In paesi come il Regno Unito o la Francia un folto numero di lavoratori nel settore dei servizi ottiene lavori a chiamata attraverso le app, un tipo di transazione che genera inevitabilmente meno diritti del lavoratore, tutele sociali insufficienti, aumento delle molestie, salari bassi e mancanza di assistenza sanitaria.
La nascita di un sindacato è inusuale nell’industria hi-tech, che ha resistito finora agli sforzi di organizzarsi dei suoi lavoratori. Ma ormai erano troppo forti le pressioni dei dipendenti di Google per una revisione delle politiche sui compensi, sulle molestie e sull’etica aziendale. Lavoratori ormai stanchi del potere incontrollato dei giganti della tecnologia.
L’iniziativa segna una svolta importante che potrebbe essere emulata dai colleghi di altri giganti di settore, come Amazon o Apple.
È importante evidenziare che circa la metà dei dipendenti Google sono lavoratori a contratto e alcuni di loro hanno già tentato in passato di darsi una rappresentanza sindacale per portare avanti le proprie rimostranze, non soltanto a Google ma anche in altre compagnie della Silicon Valley.
L’attivismo dei sindacati ha “contagiato” recentemente anche il management tra i dipendenti Google. Rattrista sapere che tanti dipendenti sono stati licenziati proprio a causa del loro impegno sindacale.