I muratori, non si sa quanto liberi, stanno costruendo un nuovo governo degli Incapaci. Senza pensare ad eliminare i più incompetenti, ma puntando ad inserire i propri esponenti a prescindere da ogni competenza e da ogni coerenza con le promesse elettorali. Arrivati in parlamento con i voti di Forza Italia (taxi per ogni nefandezza), schierati per la difesa della famiglia tradizionale, si ritroveranno ora a marciare intruppati tra le famiglie arcobaleno ed a negare l’esistenza di padri e madri in nome di una poltrona con la scritta genitore 1 e 2 e magari pure 3 e 4.
Forse, per non sporcarsi durante i lavori di costruzione, indosseranno il grembiule d’ordinanza. Perché i fratelli muratori sanno perfettamente cosa siano i simboli, e la loro importanza. Non li confondo con mere convenzioni, a differenza di ciò che pensano monsu Bergoglio e le sue truppe che cancellano il Natale per sostituirlo con una banale festa dell’incontro quando la divinità una e trina (Giuseppe Conte uno/bis/ter, ovviamente, non quell’altro che esprime solo convenzioni superflue) concederà il permesso.

I muratori sanno che le parole sono importanti. Ed aver sostituito “responsabili” con “costruttori” non è solo una questione di eufemismo per nascondere “voltagabbana”. Ma la cattolicissima Binetti, un’esperta nel cambio di casacca, non si farà problemi. Margherita, Pd, Scelta Civica, Unione di centro, Area Popolare, Per l’Italia, Forza Italia. Che sarà mai una sigla in più? Una convenzione, come il Natale. Se Parigi valeva ben una messa, una poltrona da ministro o da sottosegretario varrà bene qualche abiura politica e religiosa.