Nell’infinita produzione letteraria che ci circonda, una delle cose che più ci spaventa quando incominciamo un libro è sicuramente la sua lunghezza. Per i lettori alle prime armi può sicuramente risultare un ostacolo, mentre per chi è più avvezzo alla lettura può trasformarsi in un’avvincente sfida. Dalle maggiori opere letterarie ai romanzi degli ultimi anni, ecco una piccola disamina di quei libri che contano più di 1000 pagine.
I Libri più lunghi, categoria classici
Alla ricerca del tempo perduto: il capolavoro di Marcel Proust è stato il primo ad essermi venuto in mente quando ho iniziato a scrivere quest’articolo. Con le sue 3724 pagine contenute in sette volumi è il romanzo più lungo del mondo, record da Guinness dei Primati. L’autore riuscì a portare a compimento quest’opera monumentale in soli undici anni (1909-1922). E probabilmente le pagine sarebbero state molte di più se il filosofo non fosse morto senza poter completare la revisione degli ultimi libri. Oltre a vantare un numero di pagine pressoché ineguagliabile, è anche considerato tra i capolavori della letteratura universale.

La storia narra di Marcel, giovane autore che arriva alla decisione di voler scrivere un romanzo che tratti di uomini e tempo. Maturerà questa consapevolezza nel corso dei sette libri: l’ultimo capitolo si intitola infatti “Il tempo ritrovato”, la sua recherche è giunta al termine. Impossibile non citare l’importanza delle tematiche della memoria e dell’arte, due elementi che riescono a farci ritrovare il nostro tempo passato.
Guerra e Pace: 1468 pagine di pura letteratura russa. Lev Tolstoj intreccia qui la storia di cinque famiglie aristocratiche russe ambientandola nel XIX secolo, durante le guerre napoleoniche. Composto dall’autore in sei anni, questo romanzo storico racconta l’uomo e il tempo, miscelando perfettamente il grande evento storico e il dettaglio intimo del singolo. Curiosamente molte parti del romanzo, tra cui l’incipit, sono scritte in francese, al tempo lingua della corte russa e dei gentiluomini, nonché lingua franca delle classi colte europee.
L’uomo senza qualità: sebbene conti ben 1264 pagine, il capolavoro di Robert Musil è incompiuto. L’autore si dedicò alla sua stesura fino alla fine della sua vita, ma riuscì a veder pubblicati solo due dei tre volumi da lui progettati. Il terzo vide la luce solo nel 1943, un anno dopo la sua morte.

Il protagonista del romanzo, Ulrich, vive a Vienna ed è uno studioso di matematica e fisica. Ha 32 anni e non è ancora riuscito a dare un senso alla sua esistenza, a identificarsi in una morale e a trovare delle passioni che lo leghino alla vita. E’ un uomo senza qualità, frutto del suo secolo, il ‘900. Dopo aver ritrovato sua sorella al funerale del padre, da cui era stato separato senza saperlo fin da piccolo, incomincia un processo di riavvicinamento tra i due, che li porta ad un altissimo avvicinamento spirituale. Il romanzo termina così, senza un epilogo, lasciando il lettore in balìa dei suoi interrogativi.
Il signore degli anelli: il re del fantasy J.R.R.Tolkien e il suo romanzo più famoso non necessitano di introduzione o sinossi di alcun tipo. Un magico viaggio di 1200 pagine ci trasporta nella terra di mezzo, popolata dagli Hobbit e da altre creature fantastiche. Frodo e la sua compagnia di prodi compagni ci accompagnano nella loro impresa di distruzione dell’anello del potere, caduto nelle mani del malvagio Sauron. Tradotta in più di trentotto lingue, è considerata una delle opere più lette del XX° secolo.
Tra gli altri anche I Miserabili di Victor Hugo (1635 pagine), Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas (1249 pagine), i fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij (1114 pagine) e Anna Karenina, nuovamente di Tolstoj (1107 pagine).
I Libri più lunghi, categoria moderni
Shantaram: letteralmente “uomo della pace di Dio”. E’ questo il soprannome con cui veniva chiamato l’autore di questa autobiografia durante il decennio in cui visse in India. Fu proprio a Bombay che l’australiano David Gregory Roberts, latitante evaso dal carcere di Pentridge, rapinatore ed eroinomane scappò per evitare la cattura. Le circa 1200 pagine, di fantasia ma che attingono a fatti e persone reali, sono state scritte dall’autore in un secondo momento di detenzione in un carcere australiano, nel quale decise di rientrare per finire di scontare la sua pena.

La vicenda narra della sua vita in una baraccopoli di Bombay, in cui apre un piccolo ambulatorio per dare assistenza sanitaria di base agli abitanti del posto. Finisce per darsi nuovamente alla criminalità (riciclaggio di denaro e contraffazione di passaporti), lavorando per la mafia indiana. La redenzione arriva solo nel momento finale, con la morte del suo mentore-mafioso, in seguito alla quale riconosce i suoi errori e decide di ricostruire la sua vita da zero, con onestà e senso di giustizia.
Una vita come tante: Nel corso di 1100 pagine prendono forma le vite di quattro ragazzi, ex compagni di college, i quali vivono a New York. Le vicende sono narrate dall’ex professore di uno di loro, Jude, la cui infanzia violenta e irrisolta, causa scompensi e pulsioni di autodistruzione. Solo l’amicizia lo aiuta a mantenere un precario equilibrio mentale. Ma Hanya Yanagihara, l’autrice americana di origini hawaiane, non lascia spazio a tenere illusioni, null’altro che morte e tristezza attendono il lettore sul finale.
E inoltre anche It di Stephen King, Infinite Jest di David Forster Wallace e La scuola cattolica di Edoardo Albinati.