La macelleria israeliana prosegue a Gaza, ma in fondo la situazione pare andare bene a tutti tranne che ai palestinesi. Netanyahu punta ad ammazzarne sempre di più, con la speranza che la montagna di cadaveri possa rendere meno traballante la sua poltrona da capo del governo. Gli Usa gongolano perché hanno potuto tornare a minacciare il Medio Oriente ed il mondo intero spedendo portaerei e sommergibile nucleare. E si sa, i bambinoni un poco ritardati d’oltreoceano si divertono solo quando possono mostrare i muscoli.
Ma la situazione va bene anche per i teorici avversari. L’Iran ha l’alibi di non poter fare nulla proprio per evitare di scatenare la terza guerra mondiale rispondendo ai crimini di Tel Aviv ed alla provocazione statunitense. La Russia si gode la distrazione del mondo dal conflitto ucraino e la inevitabile riduzione dei finanziamenti e dell’invio di armi alla banda Zelensky. La Cina festeggia perché può dimostrare al globo terracqueo che gli atlantisti sono i veri nemici dell’umanità, abituati ad imporre il loro doppiopesismo. E in questo modo Pechino rafforza i propri rapporti con il Golfo Persico ed il Medio Oriente. Mentre il progetto alternativo alla Via della Seta viene rinviato sine die proprio perché nessun Paese arabo può fare accordi con Israele in una situazione di odio crescente.
Ma questo odio – che è delle masse ma non dei leader che farebbero accordi con il diavolo, se fosse conveniente – agevola moltissimo l’attivismo diplomatico della Turchia di Erdogan. Che continua a commerciare con Israele ma che, in nome della difesa del popolo palestinese, dialoga amabilmente, ed abilmente, con Arabia Saudita ed Iran. Nel frattempo si rafforza la leadership tunisina che, grazie ai massacri a Gaza, fa dimenticare le difficoltà economiche interne. E tutti i Paesi produttori di petrolio e gas brindano pensando ai nuovi aumenti provocati dalla guerra.
Quanto all’India, vede penalizzato il proprio progetto di Via del cotone. Ma può approfittare, in prospettiva, della propria posizione particolare: Paese Brics ma non ostile agli atlantisti. La sua astensione all’ONU sul documento di condanna di Israele è passata quasi inosservata ma potrebbe costare qualcosa nella speranza di diventare il Paese guida dei Non Allineati. Nulla di irreparabile, comunque.
Dunque tutti favorevoli alla prosecuzione del massacro?
Non proprio. Perché proprio RimbanBiden, sostenitore della guerra in Ucraina ed ora del genocidio palestinese, si sta accorgendo che la sua sete di sangue potrebbe costargli la rielezione. Più di 4mila bambini assassinati pesano anche sull’opinione pubblica statunitense. E pesano anche la corruzione di Zelensky ed il fallimento della controffensiva.
Infine ci sarebbe l’Europa. Dirimpettaia del massacro e totalmente irrilevante. Le dichiarazioni di Ursula von der Leyen servono solo, ogni volta, a confermare la totale inutilità di una Unione europea costruita così male ed affidata a personaggi imbarazzanti. Un’Europa dove due scritte sul muro suscitano più indignazione di una strage senza fine di bambini, donne, anziani. Un’Europa che, in nome dei valori democratici, vorrebbe impedire le manifestazioni a sostegno della parte che non piace ai maggiordomi di Biden. E un’Italia con i giornalisti allineati che vorrebbero far vietare le manifestazioni anche negli Usa.
Un’Europa che rischia di essere l’unica sconfitta, insieme ai palestinesi, in questo gioco al massacro che modificherà gli equilibri internazionali. Ma in questo gioco non c’è posto per figurine non solo insignificanti ma anche fastidiose.