Quando i quotidiani italiani si mettono d’accordo per orchestrare una campagna di disinformazione, un motivo di preoccupazione è inevitabile. Dal Corriere della Sera cairota al debenedettiano Domani, passando per i soliti noti della Busiarda, è partita l’offensiva contro “l’eterno fascismo”. Una vera ossessione, declinata in modi diversi, ma con un unico obiettivo: delegittimare qualsiasi dissenso. È il consueto “marciare divisi per colpire uniti”.
Si spazia dalla ripresa delle analisi di Eco secondo cui non c’è nessun rischio di rivedere il fascismo mussoliniano e delle camicie nere ma il pericolo è nella mentalità e nella riproposizione di alcune posizioni (ed Eco fa una macedonia mettendo dentro un po’ di tutto e di più tra conservatorismo, reazione, amor di patria e via mescolando) per arrivare ad un classico dei processi staliniani: Giorgia Meloni è sicuramente fascista perché, una volta, ha espresso stima per Giorgio Almirante che aveva espresso stima per Mussolini. La nuova Beria prestata al giornalismo avrebbe potuto continuare ricordando che Mussolini aveva espresso ammirazione per Mazzini che, a sua volta, aveva espresso stima per Giulio Cesare che ammirava i faraoni egizi.
Quale giustificazione migliore per la cancel culture e per radere al suolo l’Eur, i palazzi risorgimentali e poi ogni retaggio storico, dal Rinascimento al Colosseo sino ad arrivare all’eliminazione dei templi greci e delle piramidi? Finalmente tutti questi orpelli del passato potranno essere sostituiti da immensi scatoloni ideati da archistar purché inginocchiate davanti al moloch del pensiero unico obbligatorio.
La Beria del giornalismo si accontenterebbe, per il momento, di eliminare Meloni ed i suoi fratelli. Ma è solo un inizio. Basta ripercorrere un po’ di storia del giornalismo da fine Anni 60 per accorgersi di come si sia passati dall’insofferenza verso i ragazzi politicamente scorretti alla difesa di chi li ammazzava. Passando attraverso l’invenzione delle “cosiddette Brigate Rosse” e poi alla creazione di inesistenti “faide interne” per giustificare gli omicidi di Mazzola e Giralucci a Padova e dei fratelli Mattei, bruciati vivi a Roma. Nella consueta indifferenza di un Ordine dei giornalisti a cui la verità provocava l’orticaria.
Ora la criminalizzazione del dissenso è ricominciata. Beria forse vorrebbe che anche le conseguenze fossero le medesime. Anche se non ci sono più camicie nere, se i saluti romani sono riservati alle commemorazioni dei defunti, se le destre sono diventate servilmente atlantiste, se il massimo del politicamente scorretto è rappresentato dalla difesa dei pochi eterosessuali sopravvissuti e dalla tutela di qualche reperto archeologico.
1 commento
La stampa Italiana annovera troppi giornalisti venduti che creano informazioni i false e tendenziose per favorire i partiti di sinistra.
Ormai abbiamo giornalisti che seguono le direttive del governo e quindi c’è un’informazione unica anche sul COVID 19
Pertanto chi legge questi giornali di partito, tutti protesi a sinistra, viene indottrina di una sottocultura dove la falsità predomina.
PRIMA NON C’è IL PARICOLO DEL CONTAGIO, POI IMPROVVISAMENTE OCCORRE CHIUDERE TUTTO !!!