Ma quanto sono insensibili, questi cinesi. Biden non può finire di ordinare all’Europa di introdurre sanzioni contro Pechino che, subito, la Cina risponde con una legge che prevede la rappresaglia economica. Eh no, così non vale. Gli Usa sono i buoni e possono imporre le sanzioni che vogliono; l’Europa è al servizio degli americani, dunque deve obbedire; i cinesi sono i cattivi quindi devono accettare le sanzioni senza protestare né ribellarsi.

È indubbiamente curiosa l’idea del mondo che si sono fatti i giornalisti di servizio italiani. Navalny è una vittima a prescindere, perché è un nemico di Putin. Quindi deve essere liberato subito e Putin deve essere punito. Invece Assange è un nemico degli americani, dunque deve restare in carcere per aver osato raccontare le porcate statunitensi. Gli Uiguri sono delle vittime, i palestinesi no. Uccidere una ragazza è femminicidio intollerabile, uccidere una ragazza pakistana perché voleva vivere all’italiana è un problema privato è famigliare. Un italiano bianco che insulta un migrante è un razzista, un migrante che insulta un italiano bianco esprime una sua legittima convinzione.
Adesso, però, Biden ha ordinato di concentrarsi nella lotta contro la Cina poiché Pechino rischia di diventare la prima potenza economica mondiale. Dunque i media italiani devono subito mostrare indignazione nei confronti di qualsiasi reazione cinese. A partire dalla legge sulla rappresaglia. Che, già nella premessa, significa che si tratta di una risposta, non di un attacco. La rappresaglia scatta se, prima, ci sono aggressioni economiche attraverso l’imposizioni di sanzioni.

Per i media italiani è inaccettabile. Pechino non deve permettersi di replicare, di rispondere, di difendersi. Deve accogliere le punizioni e cambiare a seconda delle indicazioni di Washington. Deve rinunciare a superare gli Usa, deve rinunciare a siglare accordi con gli europei. Ma l’Europa, in tutto ciò, cosa ci guadagna? Nulla, ovviamente. Ma l’importante è che ci guadagnino i padroni americani.