Io, ogni tanto, parlo con i fantasmi. Anche se sarebbe meglio dire che sono loro a parlare con me. Mi vengono a trovare nel profondo della notte. Prima che albeggi. Quando la tenebra è più profonda. E l’insonnia più dolorosa, sino nella carne.
Avviene così, in genere, senza una ragione precisa. Appaiono. Si siedono davanti a me. E cominciano a parlare. Non so perché succeda. Né vi sono date o ricorrenze. Sono fantasmi. E fanno come vogliono loro. Non mi devono spiegazioni. A me, non resta altro che ascoltarli.
Ma questa è una notte particolare. Ognissanti. Che, nell’inglese corrotto, diviene Halloween. Una sorta di Carnevale macabro. Non privo di una sua, folle e stralunata, allegria.
I miei amici cattolici ne deprecano la moda. Un’americanata consumistica, dicono i più….moderati. Apologia satanica, per altri.
A me, sinceramente, non dispiace. I ragazzini si divertono e svagano. Dopo la vita cui sono stati costretti in questi anni…beh, è già molto. Metteranno anche maschere di teschi, vampiri, diavoli….ma non fanno paura. Anzi, la esorcizzano. Ben altre maschere, ben altri mostri li hanno terrorizzati. Per strada, a scuola. Persino a casa, in famiglia. E quindi ben venga Halloween. Satana, se esiste, ha avuto ben altre occasioni, ben altre possibilità per celebrare i suoi trionfi. Che vuoi che conti il carnevale di “Dolcetto o scherzetto”?
Comunque, torniamo ai fantasmi. Quelli miei personali. Quelli, che come scrive Conrad, giungono nel cuore di tenebra della notte.
E, questa notte, la stanza è decisamente affollata.
Autori che ho letto. Poeti che ho amato. Pensatori con cui, con una notevole albagia, mi sono confrontato. Spesso scontrato….
Intendiamoci, non sono ricordi, memorie di letture che affiorano dal passato. Sono proprio fantasmi. Che prendono, d’improvviso sostanza, o parvenza di sostanza. E vengono a me. Anche se non sto pensando a loro. Anzi, proprio quando non li penso. E non li voglio vedere.
Vecchi amici. Vecchi nemici, anche. O meglio, quelli che, da giovane, ritenevo tali. Marx, Bakunin…Metternich. Col tempo, con gli anni, molti, ho capito che non aveva senso. Non ha senso considerare nemico un pensatore. Piuttosto, devi cercare di capire. Soprattutto quando, per una ragione o per l’altra, ti senti molto, davvero molto lontano da lui. E dalle sue idee.
Invece ti può insegnare tanto. Aiutare a comprendere la realtà. Proprio perché la osserva da un punto di vista, da una prospettiva radicalmente opposta a quella che ti è…. congeniale. A quella che, per natura ed educazione, ti viene spontanea..
Così il teorico del Capitale mi ha fatto vedere come certe cose, per me fondamentali, come bellezza, poesia, amore… siano state trasformate in mere sovrastrutture dell’interesse economico. In merce, come un chilo di cachi. Nulla più. Non è stato lui a causare questo. Aveva solo visto ciò che stava accadendo. E lo aveva spiegato. Poi è colpa degli altri che del suo Capitale hanno fatto un vangelo. Lo spiega bene Massimo Scaligero nel suo “Il marxismo accusa il mondo”…
Il Principe Anarchico, invece, mi è sempre stato più simpatico. In sostanza, più congeniale. Forse perché quel contestare un potere calato dall’alto , imposto….quel sognare una riorganizzazione della società dal basso, attraverso legami volontari e spontanei, trova in me eco. Risuona come un anelito alla libertà. Forse confuso. Ma, sincero.
E poi entrambi i Vecchi Barboni hanno, senza rendersene pienamente conto, preconizzato il mondo in cui siamo immersi oggi . Privo di ogni libertà. Le vite totalmente asservite all’interesse economico di pochi, e oscuri, figuri. Marx e Bakunin hanno visto e previsto. Poi …fatto molti errori, certo. Ma non sono stati certo loro a spingere il mondo verso questa deriva. Ben altri. Che non scrivono libri, però. E spesso neppure mostrano il volto.
Metternich. Beh Io sono cresciuto in una famiglia di forti sentimenti patriottici. Un bisnonno che si era fatto le battaglie dell’Isonzo. Un nonno carabiniere, sbarcato a Trieste nel ’18. E altri, di cui sono orgoglioso. Figurarsi se il Principe austriaco mi poteva stare simpatico…
Però, parlare con lui mi ha fatto, anche in questo, guardare alla storia con altri occhi. A quello che c’era prima dell’unità. Che non era poi così male. E a quello che c’è stato dopo. Che non è certo tutto oro.
Intendiamoci. Resto convinto che, per tante ragioni, l’unità d’Italia si dovesse fare. Ma lo sono molto meno se penso ai tempi e ai modi. E, poi, il Risorgimento non è quello descritto da De Amicis, che mi faceva leggere la mia maestra. Napoletana e monarchica. È stata storia complessa. Chiaroscurale. Una, sanguinosa, guerra civile. E anche quelli che si opponevano erano italiani. E si batterono con valore. Riconoscere le ragioni e il coraggio dei vinti, è un dovere. Sempre. Se non vi si ottempera, si costruisce sulla menzogna. Ed è questo che è accaduto. E continua ad accadere…
Naturalmente di fantasmi ce ne sono tanti altri. Questa sera sono venuti a frotte. Ma non ho il Tempo di presentarveli. Devo andare. Sta cominciando la mia, privatissima, halloween