La Festa della Liberazione italiana è una festività che ricorre annualmente il 25 Aprile, in memoria alla liberazione del territorio italiano dal dominio fascista e dall’occupazione nazista avvenuta nel 1945. E’ un argomento ancora oggi di estrema attualità e la letteratura può essere come sempre uno strumento di dialogo e capace di raccontarci, nonostante siano passati più di 70 anni, chi erano i partigiani e cosa sia effettivamente la resistenza. Ecco quindi la proposta dei migliori libri sulla resistenza.

Una questione privata: Beppe Fenoglio
Beppe Fenoglio ha scritto numerosi articoli in merito al tema della resistenza; uno di questi è “Una questione privata” uscito nel 1963. Il protagonista è un giovane partigiano, Milton, che milita nei pressi di Alba. All’inizio del romanzo è alla ricerca di una ragazza della quale è follemente innamorato, Fulvia. Scopre poi che lei ha una relazione con Giorgio che è prigioniero dei fascisti.
Questo romanzo è ipnotico per il ritmo incalzante della vicenda. L’obiettivo dell’autore è quello di mostrare come dei ragazzi normalissimi che sono alle prese con le loro prime cotte amorose si ritrovano immersi in un contesto triste che è quello della guerra. I partigiani non sono mostrati come persone altre o lontane ma come ventenni comuni che potevano benissimo essere i giovani di oggi. Le questioni private in questo libro sono mostrate come qualcosa che non si può ignorare, non si possono accantonare per poi affrontarle in seguito o senza vedere le conseguenze che ricadono sugli altri.
Un altro elemento interessante di questo libro è il finale aperto che non si sa se è stata una scelta dell’autore o è causato dalla morte prematura di Fenoglio. Calvino ha definito questo libro come: “Il romanzo che tutti gli scrittori che avevano vissuto la resistenza avrebbero voluto scrivere”.
Questa guerra non la si può fare che cosí. E poi non siamo noi che comandiamo a lei, ma è lei che comanda a noi.
Il sentiero dei nidi di ragno: Italo Calvino
Questo libro: “Il sentiero dei nidi di ragno” sulla resistenza scritto da Italo Calvino è definito da Cesare Pavese come “il più bel racconto che abbiamo sinora sull’esperienza partigiana”. Questo romanzo narra la storia di un bambino ligure orfano di nome Pin che è costretto ad affrontare il mondo dei grandi in un contesto macabro che è quello della lotta partigiana. E’ un bambino che è dovuto crescere in fretta, troppo grande per i suoi coetanei ma troppo piccolo per gli adulti. Si arma di strafottenza come scudo contro la realtà che lo circonda. Il suo rifugio speciale è proprio il sentiero dei nidi di ragno; nel quale si nasconde per fuggire dalle brutture della società che lo circonda.
La bravura di Calvino è stata quella di inserire tutti gli eventi in una sorta di dimensione fantastica e sospesa. E’ un libro che merita di essere letto perché mostra le vicende a partire dagli occhi di un bambino che è rimasto solo al mondo, diventa lo specchio della guerra che si sta scatenando intorno a lui. Nonostante il contesto della guerra è lo sfondo dell’intero romanzo sono mostrati anche i sentimenti più puri come l’amicizia. Attraverso il sentiero della memoria le parole di questo libro coinvolgono la mente e il cuore dei lettori proprio come i ragni tessono storie e ricordi per preservarle per sempre.
Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi.
La casa in collina: Cesare Pavese
Nel romanzo “La casa in collina” di Cesare Pavese è narrata la storia di un uomo apatico di nome Corrado che per evitare di vivere attorniato dalla sofferenza della guerra decide di allontanarsi e andare a vivere cui colli piemontesi. Decide di vivere in una dimensione idilliaca e sospesa dalla realtà che lo circonda. Questa sensazione viene definitivamente spazzata via nel momento della comunicazione dell’armistizio l’8 settembre 1943. La vita lo mette così a dura prova: deve decidere se fuggire come da sua indole o unirsi a coloro che scelgono la Resistenza per salvare il Paese.
All’interno di questo libro sulla resistenza è possibile ritrovare numerosi schemi contrapposti come la città (luogo di guerra) con la campagna (luogo sicuro), la vita e la morte, la contemplazione e l’attività. Cesare Pavese, a differenza di altri autori che hanno scritto sul tema della resistenza, non ha preso parte a questa lotta. Parla della guerra come se l’avesse vissuta e combattuta anche lui. Durante tutta la narrazione è possibile percepire la paura di diventare carnefice, di diventare quello che si è sempre odiato e l’unica soluzione plausibile sembra essere il fermarsi.
Ora che ho visto cos’è la guerra, cos’è la guerra civile, so che tutti, se un giorno finisse, dovrebbero chiedersi: e dei caduti che facciamo? Perché sono morti? Io non saprei cosa rispondere. Non adesso almeno. Né mi pare che gli altri lo sappiano. Forse lo sanno unicamente i morti, e soltanto per loro la guerra è finita davvero.
L’Agnese va a morire: uno dei migliori libri sulla resistenza di Renata Viganò
Il romanzo “L’Agnese va a morire” di Renata Viganò può essere considerato quasi un’autobiografia. E’ considerato il capolavoro della scrittrice, uno dei migliori libri sulla resistenza ed estremamente importante per comprendere l’importanza delle donne. La protagonista è Agnese, una lavandaia non più troppo giovane sposata con un attivista politico che è contrario all’occupazione nazista. L’uomo viene poi catturato e ucciso. Agnese sarà una protagonista attiva della resistenza.
Si tratta di un libro con un finale piuttosto triste poiché, come si può comprendere dal titolo, termina con il sacrificio della protagonista stessa. Si tratta di un racconto sulla forza d’animo di una donna che non si lascia piegare da tutto quello che sta succedendo intorno a lei. Raccoglie il proprio dolore e inizia a riscrivere la propria storia. E’ caratterizzato da una scrittura scorrevole nonostante talvolta può apparire un libro particolarmente crudo. Il coinvolgimento emotivo è garantito in quanto si cerca di raccontare la vita e la morte in tempo di guerra.
Ogni uomo, ogni donna poteva essere un partigiano, poteva non esserlo. Questa era la forza della resistenza.
Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: uno dei migliori libri sulla resistenza
Lettere di condannati a morte dalla resistenza italiana è un libro a cura di Pietro Malvezzi e Giovanni Pirelli. E’ uno di quei libri che non può mancare nelle case di tutti gli italiani. Si presenta come una raccolta di lettere di centododici partigiani e patrioti che sono stati catturati dai tedeschi o dai fascisti e sono consapevoli che verranno giustiziati. Sono lettere nelle quali scrivono ai propri famigliari, alla moglie, alla fidanzata, agli amici. Sono persone che appartengono a qualsiasi ceto sociale e qualsiasi età, hanno tutti vite diverse ma sono accomunati dalla terribile esperienza della guerra.
Le lettere contengono le voci di persone che sono consapevoli del loro dovere nei confronti della libertà e del prezzo che bisogna pagare per ottenerla. Leggendo queste pagine è possibile ritrovare un’Italia diversa e la domanda che potrebbe sorgere spontanea e come fare per tramandare quella forza d’animo e quella speranza. E’ un libro che travolge emotivamente, che merita di essere letto e riletto nei momenti di maggiore debolezza.
Soprattutto rassegnata alla mia sorte. Anche voi non preoccupatevi, io so essere forte.

Se vi interessa conoscere qualche ricetta da mangiare mentre leggete e ricordate questi momenti passati vi consiglio di leggere questo articolo qui.