La rottura, ufficiale e definitiva, tra il Movimento 5(mila) poltrone e Casaleggio junior rappresenta solo il simbolo di una crisi del partito creato dal nulla da Casaleggio senior con Beppe Grillo come influencer ante marcia. Casaleggio padre è morto e Grillo ha svenduto il movimento in cambio di tante, troppe, poltrone. Ha ragione Davide Casaleggio quando ironizza su personaggi senza arte né parte che sono stati collocati in ruoli di prestigio, delicati, strategici.

Ha ragione ma è la conseguenza inevitabile della logica dell’uno vale uno. Con il dubbio che non si sia trattato di un errore ma di una strategia ben mirata: collocare degli incapaci, degli incompetenti ai vertici del Paese per rendere palese che presidenze, direzioni, consigli di amministrazione servono solo ad elargire prebende perché le decisioni, quelle vere, vengono prese altrove, molto più in alto ma dietro un paravento. I pupari non siedono in parlamento, i pupi sì.
Ora, comunque, i pentapoltronisti devono decidere dove andare, cosa fare. Grillo ha piazzato alla guida del Movimento il miracolato Conte, con la consapevolezza che sarà un’anatra zoppa. L’ex lìder minimo ha già ammesso che il governo dell’ammucchiata sta procedendo in una direzione poco gradita ai pentapoltronati. Che, tuttavia, continueranno a sostenere Sua Divinità Mario Draghi.
D’altronde Conte non può fare altrimenti. È perfettamente consapevole che se si mettesse ad infastidire l’attuale presidente del consiglio, immediatamente comparirebbero sui media di servizio le intercettazioni del caso Amara. Con cifre, rapporti personali e professionali, interessi, processi spostati dove fa più comodo. Ed in questo spettacolo osceno il nome di Conte compare. Dunque meglio far finta di nulla, non creare problemi, inventarsi un ruolo, pensare ad una alleanza stabile in soccorso del Pd.

Non è proprio il programma di Casaleggio padre e di Grillo prima maniera (cioè prima che la magistratura si occupasse di suo figlio). Altro che scatoletta di tonno da aprire. Ora il Movimento 5(mila) poltrone si deve accontentare di un ruolo da stampella, da portatore di borraccia. Con il vantaggio che spariranno dalla scena personaggi come Azzolina, ed il ruolo subalterno al Pd impedirà ai pentapoltronati di far notare che De Micheli non era poi tanto meglio di Azzolina.
Verranno dimenticati i proclami populisti, ma in cambio i seguaci di Conte otterranno piste ciclabili in mezzo alle autostrade; basta con trasparenza ed onestà e via libera ai commissariamenti di enti dove ci sono denari da utilizzare per acquistare mascherine cinesi taroccate o banchi a rotelle da tenere nei magazzini.
Uno scambio equo: rinunciare alla dignità in cambio dell’oblio delle carte di Amara. C’è il rischio di ottenere persino un po’ di benevolenza dei magistrati nei confronti del giovane Grillo. In fondo se nel caso di Brusca ciò che contava di più era l’interesse dello Stato di infliggere un colpo alla mafia, e dunque si dovevano riconoscere i benefici di legge al mafioso pentito, nel caso di Conte e pentapoltronati vari l’interesse dello Stato è di rispedire a casa gli incapaci miracolati. E le carte compromettenti possono essere ignorate e distrutte.