Il Reddito di cittadinanza, pur partendo da un presupposto di solidarietà, si è sempre rilevato pieno di anomalie in un meccanismo fragile esposto continuamente a truffe. Il governo, prendendo atto della realtà, si è reso conto che fosse urgente un cambiamento. Inoltre i posti di lavoro trovati sono pochissimi e troppi truffatori sono riusciti a impossessarsi illecitamente del sussidio.
Un cavallo di battaglia dei grillini, movimento diviso in due e in disfacimento: dopo 3 anni dalla sua nascita il reddito di cittadinanza continua a dimostrarsi una riforma fallimentare e resta uno dei tanti motivi di scontro all’interno della maggioranza. Da adesso in poi le regole saranno più rigorose. La stretta è il risultato di un voto alle commissioni della Camera su un emendamento presentato dalle forze di centrodestra che ha ricevuto il voto contrario del Movimento 5 Stelle.
Un emendamento che vede in aggiunta, nel calcolo dei rifiuti che possono costare la perdita del benefici, il No a un’offerta congrua a chiamata diretta da un datore di lavoro privato, che viene quindi “equiparato” a un centro per l’impiego. Un contraccolpo per il Patto per il lavoro (in cui è previsto l’obbligo di accettarne almeno una proposta di lavoro su tre). La novità è che anche un datore di lavoro privato potrà comunicare quindi il rifiuto al centro per l’impiego ai fini della decadenza. Finalmente dopo due no ad offerte “congrue”, da questo momento in poi sia pubbliche che private, si sarà necessariamente costretti ad accettare, pena la decadenza del beneficio.
Un provvedimento sicuramente volto a risolvere il problema della carenza di manodopera, soprattutto nei settori turistico e ricettivo. Con una misura che è immediatamente esecutiva. Intanto i navigator, navigano in cattive acque, colpiti e affondati. Mandati a casa dalle Regioni. Hanno disatteso ogni aspettativa. Dovevano creare opportunità di lavoro per i disoccupati, prestare assistenza tecnica ai centri per l’impiego, occuparsi del funzionamento dei reddito di cittadinanza ma dal prossimo 1° agosto resteranno disoccupati anche loro, non potranno più indicare alcuna rotta ai disoccupati. Non collaboreranno più con Lombardia, Veneto, Piemonte, Campania e Umbria.
Sono circa 27,3 miliardi di euro i fondi erogati dallo Stato per rispondere ai cittadini che hanno aderito al Rdc, molti di questi con la speranza di veder davvero migliorare la propria condizione e trovare un impiego. A tutto ciò va aggiunto che in molti casi il contributo finisce nelle mani di residenti all’estero nullafacenti o nelle tasche dei delinquenti. Uno dei casi più eclatanti è stata l’indagine dei carabinieri di Napoli che ha individuato 1.100 percettori illeciti.
Nei primi due mesi del 2022 sono state avviate indagini in Lazio, Toscana, Marche, Emilia Romagna, Sardegna e Umbria. I carabinieri hanno scoperto truffe per un totale di 5 milioni. Tra le difficoltà del Rdc si segnalano le scarse competenze dei percettori del Reddito, infatti il 72% di essi non ha un titolo di studio spendibile sul mercato del lavoro. Saranno necessarie quindi politiche per l’istruzione e la formazione. Collegare la percezione del reddito con un percorso d’istruzione ben definito. Sarà necessario partire dal principio che chi vuole il sussidio dallo Stato dovrà studiare e formarsi. In mancanza di frequenza di corsi di formazione si perde il sussidio non permettendo, per il troppo tempo libero a disposizione, il diffondersi del lavoro nero. Un terzo dei percettori del Reddito non ha un titolo di studio superiore alla terza media. Le aziende che hanno investito in innovazione hanno tutto il diritto di assumere dipendenti con un’adeguata formazione.
Intanto il piano di potenziamento dei Centri per l’impiego è ancora lontano dall’essere completato. E a breve dovrà prendere il via il programma Pnrr Gol (Garanzia occupabilità dei lavoratori), che comporterà nuovi obiettivi da conseguire entro la fine dell’anno per gli stessi centri per l’impiego, e quindi un carico di lavoro al quale il Cpi allo stato attuale non è in grado di far fronte e per il quale i navigator, probabilmente, laureati con un voto di almeno 105 e con 3 anni di esperienza nel campo potevano essere adatti.