A qualcuno piace l’idea dello scontro sociale. E non si tratta certo della gauche armocromata che non sa cosa indossare per il giorno della rivolta (di rivoluzione neanche a parlarne). Invece sul fronte opposto, dei neomeloniani di rito crosettiano, il razzismo nei confronti dei poveri sta crescendo, insieme alla crassa ignoranza. Così, per difendere le esternazioni del ministro cognato miracolato a proposito del buon cibo dei poveri, le novelle Maria Antonietta sparano a zero, sui social, perché una “povera” intervistata da Mediaset ha osato dichiarare che, per sopravvivere, deve mangiare esclusivamente pasta e tonno o pasta e pesto.
Inaccettabile. Perché, spiega uno che sa, se sei povero non devi permetterti il pesto. Che costa almeno 100 euro al kg. Una talebana meloniana dubbiosa ipotizza che si tratti del pesto confezionato di una nota marca. Ma quello che sa la stoppa subito: i poveri, essendo ignoranti, vedono il prezzo della confezione e non capiscono il costo al kg. Che si aggira sempre sui 100 euro, assicura il grande esperto.
Esperto ma ignorante. Perché il prezzo al kg del pesto della marca citata si aggira – a seconda dei supermercati – intorno ai 20 euro. E se si scelgono marche meno note si scende a meno di 15/14 euro al kg. Escludendo ovviamente le offerte. Ed i poveri, alle offerte stanno molto attenti.
Però ai neomeloniani questa condivisione delle preferenze gastronomiche non va proprio giù. Ed i commenti al post dell’esperto stroncano la divoratrice di pasta al pesto, invitandola caldamente a limitarsi al pomodoro. Perché la povera si accontenterà anche di un pesto industriale mentre i crosettiani scelgono esclusivamente quello con basilico ligure pestato a mano da un maestro artigiano, però è fastidioso che il nome del piatto sia il medesimo.
Adesso ai neomeloniani resta solo da chiedere all’amica Elly l’indirizzo dell’armocromista per poi scendere in piazza tutti insieme contro il diritto dei poveri alla sopravvivenza.