Cecilia D’Elia. Un nome che non dice assolutamente nulla fuori Roma. E che deve dire molto poco anche nel capoluogo laziale, dal momento che è stata eletta in Parlamento, alle elezioni suppletive per sostituire Gualtieri trasferito al Campidoglio, con l’11% dei voti. Anzi, con poco più del 50% dell’11% dei votanti. Insomma, la neoparlamentare piddina rappresenta poco più del 6% dei cittadini della sua zona. Mica male come simbolo del rapporto tra eletti ed elettori.
Ma il centrodestra sbaglierebbe a puntare su questo dato. Perché il suo candidato è evidentemente riuscito a far peggio, conquistando un quarto dei voti espressi. In pratica lo han votato i famigliari e gli amici del bar. Neanche tutti gli amici, probabilmente.
Eppure, di fronte al dato di realtà, la classe politica prosegue con i soliti giochetti autoreferenziali. Si finge di litigare per la scelta del presidente della repubblica, quando sarebbe più serio – considerando il livello – giocarsi le candidature alla roulette. 34, rouge, pair, passe. E vince la candidata di Letta. 17, noir, impair, manque. E vince il candidato di Letta ma indicato dal centrodestra. Facile, no?
Mentre loro, a botte di 20mila euro al mese, giocano, l’inflazione vola e la precarietà pure. Si sprecano milioni di euro del Pnrr per iniziative totalmente inutili, le strategie per la transizione ecologica sono deliranti, quelle per lo sviluppo sono inesistenti. Ma loro giocano all’elezione del presidente. Sostenuti dai media di regime impegnati, esclusivamente, nel trovare argomenti di distrazione di massa. Si sono accorti che il terrorismo mediatico sul Covid rischiava di essere controproducente ed hanno puntato sulla telenovela del tennista serbo. Cacciato il povero numero 1 del tennis mondiale, hanno ripiegato sul calcio, ma funziona meno di un tempo. E allora via con l’onanismo intellettuale sulle elezioni per il Quirinale.
Nel frattempo i sudditi sono stati chiamati a scegliere il nuovo deputato romano. Tanti i chiamati, pochi gli elettori. Perché rinunciare a 10 minuti della propria vita per far felice una persona che andrà a guadagnare una montagna di soldi per votare a comando? Cecilia D’Elia, lei sì, ha vinto alla roulette. Ed ha vinto, con il minimo sforzo, anche Letta.
Quanto al centrodestra ed all’oppofinzione, continueranno a bearsi di sondaggi in calo e che, come dimostra il risultato romano, non hanno alcun rapporto con la realtà. Ci si può ritrovare al circolo della Garbatella ad analizzare festanti il 18/20% indicato dalle ipotesi di voto di Pagnoncelli, rivendicando la leadership della coalizione. Per poi ritrovarsi con la coalizione ferma, complessivamente, al 22% di quell’11% che è andato alle urne.
Ma, ovviamente, le autocritiche non sono contemplate.