“La più grande truffa del secolo”. Il governo della famiglia Meloni stronca il Superbonus edilizio, sostenendo che si sia rivelato una colossale truffa ai danni delle finanze pubbliche. Quelle finanze pubbliche che, al contrario, possono essere depredate dai mercanti di armi, come ribadito proprio dal governo. Ma aver aiutato le famiglie a sistemare le abitazioni, no. Non è ammissibile.
E la sensazione, al di là di tutto, è che almeno sulla truffa il governo non abbia tutti i torti. Perché i prezzi degli interventi sono lievitati senza controllo e senza decenza. Ogni asse di una impalcatura si trasformava in un’opera d’arte, a giudicare dai prezzi. Colpa della guerra e delle sanzioni volute dal governo, si giustificavano le imprese edili. E bastava citare guerra e sanzioni per far chiudere gli occhi ad ogni controllo.
Chi ha permesso, dunque, questa colossale truffa? Certo non i proprietari degli alloggi che, nella stragrande maggioranza dei casi, si sono comunque ritrovati a pagare cifre consistenti nonostante il 110% ceduto ai costruttori. Ma la politica non aveva la benché minima voglia di inimicarsi gli imprenditori del settore. Dunque nessuna tentazione di imporre dei prezzi massimi per ciascun tipo di intervento, in relazione anche alle superfici su cui si interveniva. È il libero mercato, bellezza.
La stessa logica che caratterizza la speculazione degli ombrelloni affittati a prezzi folli. “La qualità si paga”, li ha giustificati il ministro cognato miracolato. Vale per la spiaggia e vale per il “cappotto” sulle facciate delle case. Il polistirolo viene realizzato a mano da appositi artigiani che hanno frequentato un master dopo gli anni alle Belle Arti. Ma, in fondo, i poveri sono più fortunati – come spiega il ministro – perché non solo mangiano più sano frugando nei cassonetti dell’immondizia, ma si fortificano anche affrontando l’inverno senza riscaldamento.
E sempre lui, praticamente il re delle dichiarazioni, spiega ai pretenziosi giovani italiani che se gli stipendi da fame vanno bene per i lavoratori stranieri disposti a dormire per strada o in coabitazione con altri connazionali (magari facendo i turni per riposare), devono andare bene anche per gli italiani. Dunque non c’è nessun bisogno di una ristrutturazione delle abitazioni perché non c’è neppure bisogno delle abitazioni. Se una casa non te la puoi permettere, stai sotto i ponti..