La grande fuga continua. I professionisti, almeno quelli che hanno un lavoro che lo consente, cercano case al di fuori delle grandi città, sempre più invivibili nonostante le dichiarazioni di senso opposto di chi finge di non vedere l’inquinamento non solo ambientale ed anche sociale. Gli arresti domiciliari imposti da Speranza e dagli esperti a gettone hanno fatto comprendere che il ritorno alla normalità si allontana sempre di più nel tempo. Ed affrontare la segregazione in piccoli territori immersi nel verde è preferibile rispetto ad una libertà di passeggio da casa al supermercato in mezzo a palazzi grigi.
Però la fuga rischia di coinvolgere anche le località turistiche marine. Via da spiagge affollate, da ristoranti e pizzerie dove è necessario mettersi in coda. Via da coprifuoco, controlli della temperatura, mascherine. Non è solo un problema italiano. Così, in pochi mesi, le società quotate in Borsa che producono yacht hanno visto il valore dei titoli schizzare in alto a ritmi vertiginosi.

I ricchi statunitensi che amano il mare rinunciano alle vacanze nelle località più esclusive e prendono il largo a bordo di barche di ogni dimensione. A seconda delle possibilità economiche di ciascuno. Poi, ovviamente, continuano a far base nei porti, ma la vita sociale si svolge a bordo, dove si incontrano gli amici senza il permesso di arcigni controllori. Senza problemi di orario, senza imposizioni dall’alto. Ci si regola da soli, perché gli aspiranti suicidi non abbondano.
Il fenomeno non riguarda, ovviamente, solo le aziende presenti in Borsa. L’unica differenza consiste nel verificare quotidianamente l’andamento delle azioni. Ma il portafoglio ordini è estremamente soddisfacente anche per gli altri grandi costruttori di barche, a partire dall’italiana Azimut Benetti. Azienda italianissima, ma clientela quasi esclusivamente straniera. Perché in Italia c’è ancora il timore di ostentare un elevato standard economico. L’occhio del fisco è sempre in agguato e nascono problemi anche quando è tutto in ordine, con insopportabili perdite di tempo.
Però la fuga in mare, a livello mondiale, è ormai iniziata e l’Italia seguirà, visto che non è più in grado di dettare le mode.

E se le località di montagna, collina, pianura e mare non stanno facendo praticamente nulla per creare le condizioni ideali per attrarre nuovi abitanti con professionalità elevate e buona capacità di spesa, i costruttori di yacht sono invece lungimiranti e sono perfettamente in grado di far fronte all’aumento della domanda. Con effetti positivi per gli azionisti, ma anche per i dipendenti e per l’indotto. Porti compresi.