San Nicola è passato. E ha lasciato una scia di dolciumi, caramelle, cioccolatini, bastoncini di zucchero….e piccoli giocattoli in alcune zone d’Italia . A Trieste e nella regione dell’Arco alpino orientale, soprattutto. Dove ancora è viva la tradizione di questo Santo. Che giunge sul suo carro, con il seguito, pauroso, di Krampus, che fanno schioccare, minacciosi, fruste e stridere catene…
A giorni, toccherà a Santa Lucia. Con il suo asinello. Che girerà fra Trentino, Friuli e tutta la Bassa padana. Portando, secondo tradizione, regali abbastanza poveri. O per lo meno semplici. Frutta secca, dolcetti, qualche giocattolo. Chi l’attende, prepara un bicchiere di vino (o di acqua, ma la Santa, molto venerata nel Triveneto preferisce decisamente il primo) e una ciotola di sale con una carota per il suo asino. Mentre per San Nicola (faccio ammenda per essermene dimenticato) è opportuno lasciare un bicchiere di grappa. Non so se a Myra, in Turchia, dove il santo vescovo visse storicamente, si usasse all’epoca la grappa. Ma il nostro si è decisamente ben ambientato nelle, fredde, lande montane. E lì per scaldarsi. ..
Tornando a Lucia, la sua tradizione è soprattutto al Nord. Pianura Padana e montagne contigue. Anche se la Santa era siracusana. Tradizione che si ritrova in Svizzera, e un po’ in tutte le regioni montane. Nonché nella luterana Svezia. Dove non vi è culto dei santi. Ma quello di Lucia si. Ed è Festa Grande, con le ragazze in tunica bianca e una corona di candele in testa, che sfilano intonando antichi canti… come delle sacerdotesse pagane. Ché in effetti la nostra Lucia è stata solo successivamente associata alla martire siracusana. Si chiamava Lussia, prima. Ed era la Dea della Luce dei Longobardi. Che calarono proprio dalla Svezia nelle nostre Terre. E non a caso il culto di Lucia è diffuso nel Beneventano. Dove, nella notte, si accendono grandi fuochi per onorarla. È il punto più a sud della penisola dove giunsero i discendenti di Alboino.
Gente tosta, i Longobardi. E feroce. E la nostra Lucia ne serba alcuni tratti. Provate a spiarla mentre porta i doni. Vi getterà una manciata di sale negli occhi…
Poi, naturalmente, verrà Natale. E lì latte e biscotti per Babbo Natale, alias Santa Claus. Che è figura ormai oggetto di un culto mondiale, ben al di là della Fede religiosa. Ma che alcuni tratti prettamente americani li ha, indiscutibilmente…latte e biscotti. Provate a darli a San Nicola…o alla Befana..
La Befana, la vecchia strega buona, va, in effetti, a vino. Mentre Lucia preferisce il vin santo, per lei vino rigorosamente rosso e forte. Accompagnato da un tozzo di pane. Perché la Befana è italiana. E sembra abbia casa nelle regioni del Centro. In Umbria, dicono.
Però nella Penisola porta doni un po’ ovunque. E anche oltre i nostri confini. Dove, però, patisce la concorrenza dei Re Magi. Soprattutto in Francia, Spagna e altre regioni occidentali…
In verità i Magi passavano, un tempo, anche tra le montagne dell’Insubria. Retaggio del dominio spagnolo. La mia bisnonna, da bambina, metteva sul davanzale gli zoccoli per tre notti. Perché i Magi passavano uno alla volta con il loro seguito…
E poi vi sarebbe la tradizione del Primo Gennaio. Ormai quasi completamente dimenticata, se non da qualche, inutile e vecchio, erudito come il sottoscritto. Era traduzione pagana e romana. Legata al culto di Giano, il Dio degli inizi. Però nell’Europa orientale, passa Nonno Inverno. Portatore di doni, nella notte del 31 dicembre. Che, in certo qual modo, ne è l’erede.
Comunque, a mio figlio, quando era più piccolo e volevo (o, per lo meno cercavo di) trasmettergli il senso della fiaba, ho raccontato che nella notte di Capodanno, passa Nonno Giano. Che però porta un solo regalo, il vecchio avaraccio. Le fiaba e la poesia sono importanti….ma qui tra Santa Lucia, Babbo Natale e poi la Befana…ci vorrebbe il Pozzo di San Patrizio…
Santi, o altre figure di portatori di doni. Legati, tutti, alle Feste del Solstizio. Da tempi immemorabili.
E qui ci si potrebbe aspettare che mi dilungassi su simbologia e sincretismo, significati legati a buon mondo agricolo, e retroscena spirituali…
Ma, sinceramente, non ne ho alcuna voglia. Fuori fa freddo, dicono che stanotte nevicherà. Io me ne sto qui, al caldo, guardando Albero e presepe. Fumo una vecchia pipa, in silenzio. Sono, quasi, perfettamente felice. Quasi… perché…ma questo è un altro discorso. Più personale.
Insomma, stasera non ho voglia di simboli e miti. Mi basta sognare con le fiabe.