Lorenzo De Giusti esordisce nella narrativa con “Le Nuvole in Testa della Signora del Secolo breve, anzi brevissimo. La perduta sfida ai Destrieri immondi” (€uro 18,00 p. 436) pubblicato da VJ EDIZIONI, romanzo storico intenso e coinvolgente che ritrae magistralmente i chiaroscuri del Secolo breve (1914- 1991) attraverso i sogni di una donna, in un arco temporale che inizia nel maggio 1968 e termina nel dicembre 2018.
Eva Ruedenscheim, studentessa a Berlino, partecipa con fervore e convinzione alla contestazione studentesca del ’68, seguendone i sogni di libertà e giustizia, ritenendo che coincidano con i suoi volti alla creatività, all’amore, alla ricerca del bello, al desiderio di lasciare il segno. In un turbine d’entusiasmo pervaso da un anelito d’immortalità, cuore pulsante del desiderio condiviso di trasformare il mondo, la ragazza diventa la musa ispiratrice di artisti e intellettuali d’avanguardia e crea una commedia nella sua mente, e in essa la rappresenta, non riuscendo a scriverla, quasi un presagio del rapporto conflittuale tra i suoi sogni e la realtà.
Il sogno sessantottino, infatti, degenera nell’incubo terrorista costellato di morti e odio ideologico, spingendola a cercare un approdo per sé e le sue utopie in Olanda, lasciandosi alle spalle una storia d’amore esaurita e ormai sterile. Eva con determinazione e fiducia in sé, fa sì che il suo rientro nel privato non diventi un solipsismo sterile, lavorando come giornalista e in iniziative umanitarie in un’ong. Purtroppo anche a Amsterdam, il destino dà un ennesimo colpo di ghigliottina ai suoi sogni, e sarà questa volta il veleno della droga a inquinare trasversalmente il suo Eden.
La maturità vede la donna a Sarajevo per aiutare la popolazione assediata durante la guerra in Bosnia. Eva e la sua squadra danno fondo a tutta l’energia e creatività di cui dispongono, cercando con l’ong di risvegliare le energie della popolazione per renderla parte attiva della sua rinascita, e non una larva passiva e mendicante elemosina. Il generoso tentativo s’infrange contro l’opposizione ottusa delle istituzioni. La donna riunisce il suo gruppo di collaboratori per un’ultima cena, che diventa un teatro in cui attivi e passivi esistenziali sono messi in scena, e la rappresentazione si concluderà con un addio e una domanda di senso insoluta nei cuori, che si allontana nella notte di Sarajevo.
Lorenzo De Giusti è riuscito a ricostruire le molteplici sfaccettature del Secolo breve grazie alla creazione impeccabile di personaggi, a partire dalla protagonista Eva, di notevole spessore psicologico, incarnanti i diversi filoni culturali e politici, e il loro inserirsi nella realtà, con tutto il bagaglio di coerenze e incoerenze che ne consegue. Valore aggiunto del romanzo è la perfetta intersezione del flusso di coscienza con lo svolgersi degli eventi storici, e il loro incidere sulle vite e i destini delle persone.