Inizia la lotteria dei sondaggi per le elezioni comunali di Torino. Con indicazioni fortemente contrastanti tra una società di rilevazione e l’altra. L’unico elemento concordante è il vantaggio di Damilano su Lo Russo al primo turno. Ma il civico del centrodestra appare comunque lontano dal fatidico 50% +1 che gli consentirebbe una vittoria senza andare al ballottaggio.
Per il resto l’ultimo sondaggio ipotizza una improbabile ripresa di Forza Italia ed un altrettanto improbabile crollo di Fratelli d’Italia rispetto al dato nazionale. In entrambi i casi si sarebbe lontanissimi dalle rilevazioni di altri istituti di ricerca. Coerente, invece, il pronostico per la Lega, sempre intorno al 20% (in questo caso leggermente al di sotto). Credibile, al momento, il consenso modesto accreditato alla lista civica di Damilano. D’altronde mancano ancora i nomi da inserire nella lista e molti torinesi ne ignorano il nome. Ci sarà dunque il tempo per farla conoscere.

Il problema è che, per ora, il perimetro del centrodestra non si allarga. I voti potenziali trasmigrano da una formazione all’altra, modificando le percentuali dei singoli partiti e movimenti ma non il quadro complessivo.
Sul fronte opposto appare scontata la leadership del Pd, primo partito a Torino in assoluto e non da oggi. Ma è impressionante, secondo il sondaggio, il crollo dei Moderati, formazione che avrebbe esaurito il suo ruolo di stampella per la sinistra subalpina.
A decidere il risultato finale sarebbero, dunque, i pentapoltronati. Accreditati ancora di poco meno del 15%. L’esito del ballottaggio dipenderebbe quindi dalle loro scelte e dal risentimento nei confronti di Lo Russo. Perché il Terzo Polo, composto da Azione di Calenda e da Italia Viva di Renzi, è considerato poco o nulla dal sondaggio. Praticamente irrilevante, sempre che riesca ad individuare un candidato con cui presentarsi al primo turno. Resta infine Sì Tav sì lavoro, di Mino Giachino. Che potrebbe confluire nell’alleanza di centrodestra già al primo turno.
È comunque evidente che i giochi non solo non siano fatti, ma non siano neppure davvero iniziati. Al momento il centrosinistra non avrebbe neppure interesse ad avviarli, sicuro di un successo al secondo turno con l’appoggio dei pentapoltronati politicamente corretti.
Al contrario il centrodestra è obbligato ad impegnarsi, subito, per andare a recuperare l’ampia fascia dell’astensionismo. Soprattutto quello delle periferie, disgustate dall’abbandono a cui sono state condannate dal pensiero unico obbligatorio che impone la sopportazione di spaccio, violenze, furti, sporcizia. Chi ha paura ad uscire di casa la sera non si entusiasma per una pista ciclabile che aumenta l’inquinamento creando ingorghi nella circolazione delle auto.

Ma anche l’area del non voto del ceto medio potrebbe essere interessante. I torinesi con ottime qualifiche professionali ma esclusi da ogni ascensore sociale riservato agli adepti del Sottosistema Torino. I torinesi che devono sopportare le aggressioni ai propri figli da parte delle bande di giovani criminali lasciati liberi di picchiare e rubare, solo perché figli e nipoti di grandi risorse portatrici di nuove culture.
Esistono sacche di malcontento da convincere, da recuperare. Pensionati vessati dai continui aumenti di tariffe e balzelli, giovani con potenzialità non valorizzate, cervelli con offerte di lavoro all’estero ma che preferirebbero restare nella propria città, studenti consapevoli che non potranno mai far carriera all’interno delle Università perché non asserviti al Sottosistema. C’è solo l’imbarazzo della scelta su dove andare a recuperare i voti mancanti. Purché se ne abbia voglia.
1 commento
Saranno gli scontenti e tutti coloro che sono stati trascurati dai partiti di sinistra a decidere le elezioni nei prossimi mesi.
Da troppi anni il movimento cinque stelle ed i partiti di sinistra non hanno fatto nulla per favorire l’insediamento di nuove industrie a Torino.
Questi partiti gestiti da incapaci hanno fatto aumentare la povertà ed hanno creato troppi nuovi disoccupati, quindi le persone che hanno perso il lavoro voteranno i partiti che vogliono bloccare l’immigrazione incontrollata ed evitare gli enormi sprechi per i sussidi ai clandestini
In Italia ci sarà una forte volontà di cambiamento ed anche a Torino la partecipazione al voto sarà maggiore, anche per un forma di civile protesta.