Era piuttosto scontato che la decisione di Fdi di non far parte dell’accozzaglia del governo dei Migliori, capeggiato da Sua Divinità, avrebbe determinato una crescita nei sondaggi. Così è stato, anche se in misura forse superiore all’attesa. Il partito di Giorgia Meloni veleggerebbe – secondo Swg – intorno al 17,5%, con un incremento di 1,3 punti nell’arco di una sola settimana. Il problema non è la forte crescita (la rabbia sta montando, nonostante la vergognosa propaganda dei media di regime), ma è la provenienza dei nuovi consensi.

Perché la Lega, scesa al 23,1%, perde “solo” lo 0,4 e si conferma primo partito. E Forza Italia è data addirittura in crescita al 7,5% (+0,6). I berluscones pescano da Azione (-0,4 e 3,9% di intenzioni di voto) e da Italia Viva (2,6% e un calo dello 0,5). Dunque la destra sopravvissuta al pastrocchio di Sua Divinità conquisterebbe una porzione degli elettori centristi? Da Renzi a Meloni? Da Calenda a Lollobrigida? Sì, ci sarebbe pure Cambiamo, di Toti, ma è talmente residuale da non incidere.
E non si può pensare neppure ad un travaso di voti dai 5 Stelle poiché il Movimento, smentendo i pronostici, tiene al 15,4% nonostante i passi veloci verso la scissione. Inoltre non si riduce la percentuale di indecisi.
A sinistra cala il Pd, destinato ad essere superato da Fdi. Il partito di Zingaretti è dato al 18,3% (-0,5) ma, anche in questo caso, è difficile interpretare i flussi in uscita. Perché Articolo 1 raggiunge l’1,8% (+0,3) ma restano stabili Sinistra Italiana (2,5%) e Verdi (1,8%), mentre +Europa scende all’1,9% (-0,2).

È solo la prima settimana di governo di Sua Divinità e, dunque, le reazioni sono ancora umorali. Però il segnale non è da sottovalutare, in attesa che si chiarisca la vicenda dei 5 Stelle. Difficile che i dissidenti e gli espulsi possano avere un grande successo immediato, soprattutto dopo che Di Battista si è tirato fuori da ogni ipotesi di scissione. Senza Dibba manca un leader carismatico per elettori cresciuti intorno ad una persona (Grillo) e non ad un’idea. E quelle poche sono state tutte rinnegate. Ancor peggio se, per comodità, gli scissionisti utilizzassero la sigla di Di Pietro, Italia dei valori. D’altronde si è visto il nulla ottenuto da Paragone dopo l’addio al Movimento. Praticamente scomparso.
Sarà invece possibile un ulteriore incremento dei consensi per Fdi, anche in mancanza di qualsiasi programma alternativo al governo. Saranno sufficienti gli errori dei Migliori. Ma, prima o poi, anche dal clan della Garbatella dovrà uscire qualche proposta.