Pagnoncelli annuncia: il Pd è il primo partito. Di poco, ma ha scavalcato la Lega mentre Fdi deve accontentarsi della terza posizione (la definizione “terza posizione” indignerà Crosetto che, piuttosto, preferirebbe il quarto posto). Sondaggi che vanno, sondaggi che vengono al Grand Hotel della politica senza più elettori. Però anche le recenti amministrative hanno confermato che la coerenza, comprese le follie immigrazioniste e tassatiste, paga più del continuo taglio delle proprie radici.
Il tutto, ovviamente, inserito in un contesto di totale disaffezione nei confronti dei politici e dei partiti. In fondo è quello che vogliono i tecnocrati. Privare la politica di ogni legittimazione popolare. Se non rappresentate nessuno, non avete il diritto di contestare le misure impopolari prese dai tecnici. Con questa logica passa la cancellazione del superbonus per le aree non urbane, passa l’innalzamento dell’età per andare in pensione, passa l’invasione senza controllo, passa la repressione attuata dalle eroiche truppe di Lamorgese.
D’altronde opposizione e maggioranza non perdono occasione per ribadire il loro plauso nei confronti di chi bastona donne e anziani indossando una divisa. Il Pd riesce persino a credere ai poliziotti infiltrati per verificare il movimento ondulatorio dei furgoni.
Mentre Giacomoni (Fi) e Lollobrigida (Fdi) fanno a gara con il Pd per chi è il maggiordomo più affidabile di Confindustria. Nell’illusione di andare a conquistare i voti della gauche caviar, magari di farsi invitare sul set di qualche film finanziato dal governo per sparare a zero contro ogni pensiero libero ed alternativo. Sì, quel pensiero che indigna Crosetto.
Non è però chiaro perché le periferie, urbane e sociali, dovrebbero mobilitarsi per votare per le poco diverse forme di servilismo nei confronti della grande impresa, dei tecnocrati, delle multinazionali libere di sfruttare e di pagare tasse ridotte.
Con la conseguenza che il bacino elettorale si restringe ai poco o tanto garantiti. Che sono una minoranza e che votano per lo più a sinistra. Mentre i giovani cercano altri modi per far politica. Non seguono la tv e tantomeno i talk show dove i destri continuano ad intervenire con gioia per poi essere impallinati dal consueto plotone d’esecuzione diretto dai Formigli, dai Floris, dalle Gruber. Sindrome di Stoccolma, con inevitabili risultati sempre più negativi.