È oggi Gabriele Marconi – scrittore, giornalista, musicista – ad intervenire nel dibattito aperto da Fabio Meloni per costruire una piattaforma culturale alternativa in vista di Ideario 2023.
In gioco non c’è la diatriba sulla cultura di destra o di sinistra. Non dobbiamo cercare culture alternative, affermare primati o egemonie. La necessità assoluta, da parte “nostra”, è quella di costruire e animare una macchina culturale. Ci vuole tempo, ovviamente: Roma non è stata costruita in un giorno eccetera eccetera. Ci vuole capacità di visione, ci vuole chi abbia la capacità di concepirla, questa visione, e soprattutto il coraggio di perseguirla.
Ecco, il coraggio. Credo sia innanzitutto questo a mancare. Ci sono le intelligenze, non mancano le capacità, ma difetta il coraggio, senza il quale vanno a farsi fottere tutte le migliori intenzioni. Com’è successo, come succede e come succederà se non si capisce questo assunto fondamentale: non basta essere grandi strateghi (posto che lo si sia) ed elaborare grandi piani. È necessario avere il coraggio, il carattere, in una parola la forza interiore per portarli a compimento. Perché verrà sempre il momento in cui ci si troverà di fronte a un passaggio controllato da tre guardiani: il primo fa paura, il secondo blandisce e il terzo ricatta.
Per quanti sapranno sconfiggere il primo, pochi riusciranno a ignorare il secondo. Pochissimi avranno la saldezza di resistere al terzo.
In parole povere, non basta la buona volontà: per superare quel passaggio bisogna avere la schiena dritta. E purtroppo l’agone politico è un’arena nella quale fino ad oggi hanno pascolato bestie dalla schiena curvissima. Dico “fino ad oggi” perché se siamo qua a discuterne è per la speranza che stavolta possa esserci un cambio di rotta.
Ma qui torniamo al problema dei problemi, quello che per molti “definisce” la politica: l’“arte del compromesso”. Ognuno di noi ha conosciuto decine di “strateghi” che, davanti ai consigli di chi ha a cuore la cultura, hanno sempre risposto con fare sprezzante: “Io disegno i grandi piani, tu pensa a fare i disegnini”. Non è un caso se, per parlar chiaro, spesso e volentieri questi grandi strateghi hanno piazzato i trombati alle elezioni a fare gli assessori alla Cultura. Un contentino per i meno capaci, perché non facessero danni ma fossero comunque debitori di quella concessione. Un contentino. Questa è la considerazione che si ha della cultura. Da qui i grandi proclami tipo facciamo gli Stati generali della cultura, organizziamo un Osservatorio permanente sulla cultura, e via così. La solita fuffa. È un agire da ciarlatani che ci auguriamo tutti di non vedere più.
Sempre per parlar chiaro, anche nelle cittadelle della cultura che fioriscono nel “nostro ambiente” (dobbiamo usarle, queste virgolette) con entusiasmo, capacità e coraggio, non manca quella deriva settaria che ha infettato tanta parte del movimentismo politico. Sto parlando dell’abitudine malsana di coltivare orticelli e conventicole al grido di “pensiamo ai nostri, gli altri non esistono”. In poche parole, se c’è da coinvolgere qualcuno su un determinato argomento non si guarda all’eccellenza ma si sceglie un appartenente al gruppo, politico o editoriale che sia.
A proposito di orticelli, poi, assistiamo da tempo alla comparsa di un tipo umano che incarna l’estremizzazione di questa deriva: è l’Individualista Assoluto.
L’I.A. (che, se vogliamo, non è Intelligenza Artificiale ma Intelligenza Artificiosa) è quello che, una volta inserito in un ruolo chiave (tipo la Rai), fa tutto ciò che è necessario e lo fa incessantemente, ma solo ed esclusivamente a vantaggio di se stesso.
A fronte di questo breve excursus delle magagne che ci affliggono e che speriamo tutti di vedere spazzate via il prima possibile, concordo con Mario Bozzi Sentieri, che ha scritto giustissimamente della necessità di abbandonare il «complesso del cane randagio e bastonato» per finalmente «pesare sulla più ampia opinione pubblica». Mario ha citato Prezzolini e io voglio parafrasarlo, dicendo che i problemi sono vecchi e per dar “risposte nuove” bisogna tornare all’antico. Ossia al coraggio.
Insomma, come ha detto qualcuno, non abbiate paura.