Prosegue il dibattito aperto da Fabio Meloni per la creazione di una piattaforma culturale alternativa
Quando quasi due anni fa, con Raffaele Zanon, iniziammo il viaggio dell’ Arsenale delle idee, nostro scopo ed obiettivo era creare una rete di scrittori, intellettuali, pensatori, artisti, attori, produttori culturali che non si riconoscessero nel pensiero dominante. Cogliendo l’ occasione dei ritmi più lenti dettati dal COVID, che limitava la nostra libertà di movimento fisico, ma non quello via web, sono nate le nostre dirette on line che hanno portato all’attenzione di un vastissimo pubblico, libri, scrittori, giornalisti, saggisti, creato dibattiti e approfondendo tematiche poco conosciute.
Scopo dell’ Arsenale è proprio di essere stimolo e sprone alla creazione di nuovi progetti, allo studio ed alla diffusione di un pensiero non conformista, che non si riconosce nella cultura dominante.
Quale panorama si è aperto ai nostri occhi in questi quasi due anni di costante lavoro?
Un mondo culturale, vivo, in crescita, al passo con questi tempi in costante accelerazione. Un mondo in grado di dare risposte e ristoro ai problemi che attanagliano l’uomo in un epoca in declino, priva di punti di riferimento, ormai sfatta.
Case editrici, riviste, rassegne, associazioni, movimenti, gruppi: un grande fermento stimolante e coinvolgente che opera quotidianamente, nonostante le difficoltà e la mancanza d’attenzione delle istituzioni.
Il centrodestra ha vinto le elezioni.
Alla Presidenza del Consiglio c’è una donna che ha letto Evola, Pound, Tolkien ma anche Veneziani, Buttafuoco, Giordano Bruno Guerri.
Per la prima volta nella storia abbiamo un Ministro alla Cultura di destra, preparato e competente.
E purtroppo abbiamo Assessori comunali, regionali, Sindaci, amministratori di Fratelli d’Italia che a differenza dei loro colleghi di sinistra nulla fanno per le realtà culturali non allineate.
La sinistra dal dopoguerra in poi ha dominato in ogni campo: dalla scuola all’ Università, dalla letteratura alla saggistica, dalla produzione teatrale a quella artistica, anche nelle orchestre sinfoniche entri solo se sei simpatizzante della cultura dominante, per non parlare del cinema, delle fiction, e pure dei documentari.
Premi, Rassegne, Festival…nessuno spazio a chi non è allineato.
Consigli di amministrazione, direzioni, Presidenze vengono assegnate, anche dove governa la destra, solo a chi milita nei salotti di sinistra. La casta predomina su tutto.
Un caso di questi giorni: la nomina del direttore del Salone del Libro. Si è chiusa ieri la manifestazione d’interesse alla direzione. La kermesse è finanziata in massima parte dalla Regione Piemonte, governata dal centro destra, eppure il direttore sarà sicuramente uno scrittore di sinistra. Nonostante diversi gruppi esterni chiedano un rinnovo, un manager a capo di questa immensa rassegna dell’editoria, sicuramente l’avranno vinta i soliti noti.
Questo deve cambiare. A destra deve cambiare la cultura della cultura. I nostri amministratori devono smettere di avere paura, prendano coraggio, facciano come il Sindaco di Cagliari che, grazie al progetto dell’ ottimo Fabio Meloni, Ideario 2022, ha finanziato e contribuito all’ organizzazione di una due giorni realmente alternativa, viva e costruttiva.
Quanto bisogno abbiamo di iniziative come questa? I contenuti ci sono, gli autori, gli artisti anche, ma senza gambe non si va da nessuna parte. Senza le istituzioni che danno benzina al motore, questo rimane fermo.
Non possiamo più rimanere relegati ai confini, guardare dai vetri cattivi maestri che diffondono un verbo ormai asfittico. Anche perché ormai la cultura di sinistra ha perso il contatto con la realtà. Chiudendosi nei salotti, alzando muri, perdendo qualunque occasione di confronto, ha cessato di essere. Lo speciale del Fatto Quotidiano dei giorni scorsi ha fotografato una realtà che non può più essere negata.
Ieri un bellissimo e concreto contributo all’Arsenale da parte di Mario Bozzi Sentieri mi ha rinfrancato sul ruolo che dobbiamo avere in questa nuovo cammino che ci stiamo apprestando ad intraprendere fuori dal web: essere rete, sostegno alle realtà non allineate, incubatore di nuove forme di diffusione del sapere, ma soprattutto pungolo alle istituzioni.
A breve una diretta dell’ Arsenale con una compagine di Assessori illuminati darà il via ad un confronto che speriamo possa diventare una risposta concreta affinché le idee possano diventare azione.
Le radici profonde non muoiono, ma necessitano di nutrimento per dare buoni frutti.
1 commento
Da queste parti abbiamo esponenti di primo piano che pochi anni fa aprivano rappresentanze “diplomatiche” e/o culturali della Repubblica del Donetsk per trovarsi in men che non si dica al Governo della Nazione e della Regione a fianco della Nato
Se parliamo di cultura , con tutta evidenza, i loro riferimenti sono un po’ confusi
Ad maiora