C’è chi, nella destra fluida di governo, spreca il proprio tempo a contrastare ogni eventuale forma di dissenso interno e chi, lontano da poltrone e strapuntini, si impegna per sostenere l’editoria di quella che, in un’era lontana dal crosettismo attuale, veniva definita “Area”. Emanuele Campilongo un lavoro ce l’ha, non ha bisogno di favori da chi ha confuso la politica con un ufficio di collocamento per incapaci. E, dunque, con un gruppo di amici ha creato l’associazione culturale Identità e Territorio che è impegnata nella promozione di tutte le case editrici dell’ex Area.
Tutte, senza distinzione di posizioni sui temi differenti. Ed assolutamente in modo gratuito. “Sono piccole case editrici e noi cerchiamo di farle conoscere sperando che possano crescere”, spiega Campilongo. Una promozione che passa attraverso video condivisi su tutti i social, tutte le principali piattaforme. “Ovviamente il montaggio è diverso a seconda delle piattaforme, anche perché il pubblico che segue Facebook è diverso da quello di Tik Tok”.
Eppure, come da copione, proprio dai “miracolati della politica” arrivano critiche al lavoro di Identità e Territorio. “Ci accusano di rendere pop alcuni contenuti dei libri che presentiamo. Ma è proprio quello che vogliamo fare, per ampliare la platea dei lettori”. Il programma settimanale prevede la presentazione, in 5 minuti, di libri anche pubblicati da tempo. Perché Campilongo non intende fare concorrenza alle recensioni ufficiali, quelle che piacciono ai funzionari di partito. Lui ed i suoi amici vogliono far apprezzare quei volumi che non hanno avuto visibilità, anche perché forse vengono pubblicati troppi libri e non tutti di eccelsa qualità. Dunque bisogna leggere e scegliere con cura per poi presentare i meritevoli ad un pubblico di non addetti ai lavori.
“In questa fase in cui emerge con estrema evidenza la totale inutilità ed inadeguatezza dei partiti, noi – prosegue Campilongo – vogliamo proseguire il nostro percorso culturale e metapolitico”. Non soltanto attraverso le presentazioni sui social, ma anche favorendo il confronto tra editori e librai, per far crescere l’intera filiera.
“Vogliamo solo essere utili e siamo consapevoli di non aver inventato l’acqua calda”. Però, nell’Area manca qualche altro scaldabagno.