“Scusi prof. Ma oggi non sarebbero le İdi di Marzo?” gli occhi neri, maliziosi, sorridono.
Beh, veramente sarebbero state due giorni fa. Il 15.
“Già, ma due giorni fa lei non aveva lezione con noi…” adesso gli occhi ridono. E anche le labbra.
Mi guardo intorno. E capisco il taglio del prato…
Voglia di fare lezione meno di zero, vero?
“Dai prof… È l’ultima ora…”
Sì, ma ultima o non ultima, io devo spiegarvi il Neoclassicismo…
“Ma prof c’è la guera…” e questo è, ovviamente, il Boro.
E secondo te sarebbe un buon motivo per restare ignoranti come capre? Che fai finire la guerra (con due erre, per favore) se resti convinto che Canova sia un bagnoschiuma?
Risate generali. E il sorriso della mora diventa smagliante. Sa di averla spuntata. Niente Winkelmann e Canova. Per oggi. Però…
Però, ragazzi non va neppure bene sprecare le ore. E quindi…
(momento di sospensione)
E quindi parliamo delle İdi di Marzo.
Risata generale di sollievo.
“A’ proffe, c’avevo paura che ce parlasse de Vincenzo Monti…” sorrido
No. Tranquilli. Però parliamo delle İdi di Marzo.
(alzo il dito con aria solenne. Certe volte un po’ di sceneggiata è necessaria…)
Guardati dalle İdi di Marzo!
Vediamo se ricordate chi l’ha detto…
” Beh, prof. sarà stato Cesare, no? ”
Davvero? Sicuri?
Si fa silenzio. Poi, la glaucopide
“A me sembra… Shakespeare…no prof.?” le sorrido
Giusto. È il Giulio Cesare di Shakespeare. E a parlare è l’indovino.
Guardati dalle İdi di Marzo dice a Cesare. E Calpurnia, la moglie, vorrebbe impedirgli di andare in Senato quel giorno. Ma lui ci va lo stesso…
” E ce lascia le penne…portava sfiga quell’indovino. E tanta. ” scuoto la testa.
No. Non portava sfiga. Leggeva, prevedeva il futuro. Forse in modo nebuloso. Ma ha avvisato Cesare. Non andare. Corri dei rischi….
“Ma lui c’è andato lo stesso… Non credeva a l’indovino, allora?”
No. Shakespeare non lo dice chiaramente, ma lo lascia intendere. Cesare ci credeva. E sapeva di poter rischiare la vita. Calpurnia lo pregava di restare a casa. Ma lui…è andato lo stesso.
” Ma che era un masocoso, un maschino, come se dice… Insomma, uno che gode se je fanno male… Se je danno de frusta e de cortello?”
L’uscita del Boro suscita la prevedibile esplosione di ilarità generale. Solo la glaucopide lo guarda disgustata. E scuote il capo con aria sconsolata. Ma lui le lancia uno sguardo radioso. E lei…arrossisce.
No, non era un masochista. Perché è questo il termine che volevi usare, vero?
Cesare sa di rischiare la vita. Ma è suo dovere andare in Senato. E poi lui, appunto, è Cesare. Non un ragionier Fantozzi che gira in auto da solo con la mascherina, per paura di prendersi il raffreddore…
Aspetto che le risate corali dei coatti, col Boro nel ruolo di corifeo, si plachino. Poi…
Cesare dice una frase alla moglie. A Calpurnia che cerca invano di trattenerlo:
I vigliacchi muoiono un po’ ogni giorno. I coraggiosi assaporano solo una volta il gusto della morte.
È una frase tra le più citate di Shakespeare. Anche se, temo, ben poco compresa..
Momento di silenzio. Prolungato stavolta. Poi il Boro
“Ma proffe… Uno deve cerca’ de campà er più a lungo possibile, no?”
Li guardo. Vedo parecchie espressioni attente. Anche attonite. Un paio, certo, dormicchiano sul banco. È l’ultima ora… Il coatto palestrato fissa con occhio bovino la mora maliziosa…
Sta per suonare la campanella. Ma tanto vale…
Vedete, ragazzi… Voi state vivendo in un’epoca difficile. Molto. Davvero molto più difficile di tutte quelle che ho visto nel corso della mia esistenza. Avete subito una deprivazione totale di ogni libertà personale. Direi di ogni diritto naturale. Con la giustificazione della pandemia, slogan tipo dovete salvare i nonni, hanno pregiudicato il vostro futuro. Per la vigliaccheria dei vecchi. Anche della mia generazione.
Vi hanno fatto vivere, e crescere, per oltre due anni nella paura. E ora cominciano ad ossessionarvi con un’altra paura. Quella della guerra. Dei cosacchi. Dei barbari…
Bene, le Idi di Marzo vi insegnano una cosa. La morte, la guerra fanno parte della realtà della vita. Essere paurosi, vigliacchi non ha mai evitato una guerra. Né impedito a qualcuno di morire. Ha solo impedito di vivere. Siete ragazzi. Ma ormai dovete cominciare a fare delle scelte. Potete morire un po’ tutti i giorni. E potete vivere. E morire solo una volta. Quando sarà la vostra ora. Il più tardi possibile, mi auguro.
Silenzio profondo. Sento distinto il suono della campanella. Prima di uscire li guardo. Pensosi. La mora maliziosa ha gli occhi diversi. Mi sembrano.. lucidi.