Un uomo dal vestito variopinto e con in capo un grande cappello a forma di lemniscata, davanti ad un tavolo ricco di strumenti di lavoro, tutti quelli che gli servono per cominciare.
Gialle le scarpe, gialla la piantina ai suoi piedi.
Nella mano una bacchetta.
L’altra sul suo sesso.
Tutto a sua disposizione.
In perfetta calma e spontaneità.
E’ un giocoliere?
E’ un mago?
E’ il bagatto, il primo degli Arcani Maggiori.
Le bateleur dicono in francese ed effettivamente fa più effetto, se si pensa ad un giocoliere del grande fiume.
Che può essere la vita.
Il giallo è l’intelligenza che parte dalla terra per iniziare a vivere.
La bacchetta la forza cosmica.
La mano sul sesso rappresenta il controllo.
La lemniscata l’infinito, ma anche il ritmo della respirazione priva di sforzo.
E’ l’inizio e il segreto della creatività.
Jodorowsky direbbe “potenza da cui nasce l’universo.”
Perché giro e rigiro questa carta?
Cosa mi vuole dire?
Si dice che questa è la chiave di tutti gli arcani.
Ha tre ingredienti:
Concentrazione senza sforzo.
Operare con agio
Agire con perfetta calma.
Mai riuscita.
Mi parla della calma e del silenzio che rende possibile la concentrazione come massima attenzione in una minima zona.
Calma disinteressata e distaccata.
Di quel silenzio in cui tutto si rivela.
Di quel silenzio che consente all’idea di nascere e la nutre della voglia di creare.
Di quel silenzio dell’anima che consente attività senza sforzo, dolcezza e freschezza che trasforma il lavoro, la fatica, in gioco.
Di una Musica
“The sound of silence.”
Mi dice:
“Imparate dapprima la concentrazione senza sforzo, trasformate il lavoro in gioco; fate che tutti i gioghi a cui siete sottomessi siano dolci e tutti i fardelli che portate siano leggeri!”
Mai riuscita.
Probabilmente è per questo che il giocoliere mi parla.
Per Friederich Schiller nella sintesi del bello, o di ciò che è riconosciuto come bello, sparisce la costrizione perché il dovere diviene un piacere.
Un gioco, ma un gioco serio, guidato dalla bellezza e dal vero.
Se fosse un profumo direi che potrebbe essere quello dell’aria dopo un temporale.
Quando il giocoliere comincia ad usare i suoi strumenti con perizia e perfezione me lo immagino come gli Angeli che giocano in cielo a bocce.
A voi non l’hanno mai raccontato da piccoli quando si sentivano forti i tuoni?
E la terra, dopo il temporale non è mai la stessa di prima.
E la luce è la più luminosa.
Come avviene dentro di noi dopo una creazione spontanea, giocosa, disinteressata.
Se fosse una pietra sarebbe il quarzo ialino, una delle pietre più forti, magnete che attrae pensieri ed azioni ed ha una forza indomabile.
Se fosse un simbolo sarebbe il punto, il centro vitale da cui tutto ha inizio.
Lavoro che si trasforma in gioco.
Difficile? Si.
Per realizzarlo c’è di mezzo il mare e come minimo, comunque, il grande fiume.
Ma il giocoliere non teme il temporale perché il suo ampio cappello lo protegge.