Lina Sotis aggiorna un suo vecchio libro e propone nuove ricette di Bon Ton per affrontare il presente ed il futuro. Ottima idea, anche perché non mancano pesanti schiaffoni ad alcune forme di politicamente corretto. Però, a fronte di una realtà drammaticamente maleducata, il dubbio è quale senso possa avere, in Italia, un manuale di buone maniere.
Perché, mentre la giornalista/scrittrice si indigna per chi gira per le località di mare a torso nudo o in bermuda nelle città, nelle medesime città le aree intorno alle stazioni ferroviarie i nullafacenti bivaccanti defecano in mezzo alla strada, sulle aiuole, sul marciapiede dove dormono.
E, naturalmente, nessuno fiata per evitare che le ospiti piddine di Del Debbio si indignino per le proteste, spiegando che la colpa è degli italiani che non ospitano a casa propria le grandi risorse che preferiscono non far nulla piuttosto di pagarci le pensioni.
Dunque da un lato è inaccettabile portare lo smartphone ad un tavolo del ristorante, ma d’altro lato bisogna essere comprensivi se un ragazzotto accoltella la propria insegnante.
Un’Italia un po’ così, dove la maleducazione dilaga senza contrasto, ma dove il bon ton dovrebbe regolare anche gli abbracci. Due mondi che non si incontrano, che non hanno nulla da dirsi. E dove la borghesia difesa da Sotis si riduce progressivamente e si trasforma in una ridotta sotto assedio e senza speranza.