L’ex presidente brasiliano Lula aveva sempre dichiarato, alla stampa così come ai suoi fedelissimi, di essere certo che la Giustizia nel corso del suo cammino gli avrebbe ridato ciò che gli stava togliendo, dalla libertà al diritto di partecipazione alla vita politico-elettorale e così è stato.

Condannato a nove anni e sei mesi di reclusione nel luglio 2017, per via delle accuse di corruzione e riciclaggio di denaro partite nell’ambito dell’operazione Lava Jato, l’ex leader del Partito dei Lavoratori (Pt) era diventato il capro espiatorio di un sistema che vede coinvolta la totalità dei partiti che siedono nei due rami del Parlamento di Brasilia.
Ancor più Lula era stato il personaggio incriminato per antonomasia dal giudice Sergio Moro che, è il caso di dirlo, in seguito a quell’inchiesta ha fatto carriera arrivando a rivestire il ruolo di ministro della Giustizia dall’inizio della presidenza Bolsonaro all’aprile 2020.

La decisione del giudice supremo Edson Fachin di annullare per incompetenza le sentenze prodotte dalla XIII sezione federale di Curitiba riabilita il Lula uomo e il Lula politico nell’anno che precede il ritorno alle urne per la presidenza del Paese sudamericano.
Così mentre sui social spopola già l’hashtag #LulaPresidente2022 il primo sondaggio pubblicato dal quotidiano verde-oro O Estato de Sao Paulo conferma che l’ex sindacalista batterebbe, forse già al primo turno, l’attuale inquilino di Palácio do Planalto.
Dal proprio canto il settantacinquenne leader socialista si è detto a disposizione del partito in vista della campagna per la tornata elettorale dell’ottobre 2022 anche qualora si optasse per un altro candidato progressista che “avrà il dovere di battere Bolsonaro”.

Un’unione di intenti che la destra liberale difficilmente replicherà considerando che proprio Moro, dopo la rottura con l’attuale esecutivo, ha espresso la volontà di candidarsi per la massima carica istituzionale e i governatori dei popolosi stati di San Paolo e Rio de Janeiro, espressione del Partito della Social Democrazia Brasiliana, hanno incrementato la propria popolarità su base nazionale in seguito alle ripetute critiche al presidente in carica riguardano la minimizzazione del fenomeno coronavirus.