En attendant Godot.. C’è chi aspetta Godot, chi aspetta i Tartari alla Fortezza Bastiani e chi, purtroppo non in una versione letteraria, si aspetta che i jihadisti conquistino anche Koudougou entro capodanno. Una città, Koudougou, che non dirà assolutamente nulla alla stragrande maggioranza degli italiani. Ma la cui caduta, invece, dovrebbe preoccupare e non poco. Perché, in pratica, l’intero Burkina Faso diventerà uno Stato sotto controllo dei terroristi, con le uniche eccezioni della capitale Ouagadougou e del centro industriale e commerciale Bobo Dioulasso. Entrambe le città, comunque, da evitare “salvo ragioni imperative”, come indicato dal ministero degli esteri.
Eppure – come riportano le cartine messe a disposizione da Roberto Veglia che in Burkina opera da decenni con la onlus Artaban – nel 2015 i terroristi occupavano solo un ridottissimo spazio di deserto, nella zona di Tambao. Un’area scelta però non a caso, e non soltanto perché situata al confine ma soprattutto per essere un sito minerario ricco di manganese. E da lì i jihadisti compivano scorribande nella fascia saheliana al confine con il Mali.
In sette anni tutto è cambiato e l’intero Burkina Faso è catalogato come “zona rossa”, da evitare accuratamente. D’altronde anche la rassegnazione con cui si attende la caduta di Koudougou è emblematica. Mentre tutte le iniziative umanitarie promosse dagli italiani nel Paese diventano fortemente a rischio.
Questa situazione spiega anche il crescente malcontento, sfociato in assalti all’ambasciata, nei confronti dei francesi che, in teoria, erano in Burkina con contingenti militari per difendere il Paese dai terroristi. Che, sette anni fa, potevano essere contrastati e sconfitti con facilità mentre invece Parigi non ha fatto nulla, preferendo occuparsi di affari e sfruttamento. E senza peso militare, anche il business francese si è ridotto, lasciando ampi spazi alla penetrazione cinese. Mentre a difendere Ouagadougou e Bobo Dioulasso sono arrivati i russi della Wagner. Russi che, secondo le denunce del presidente nigeriano, si ritrovano a combattere contro terroristi che ora dispongono delle armi inviate dagli atlantisti all’Ucraina e poi dirottate ai jihadisti.
Ennesimo esempio di guerra per procura. Con gli atlantisti dalla parte dei terroristi, francesi in fuga, russi arroccati in due città e cinesi impegnati a far denaro. E con i chierici italiani ciechi, sordi e soprattutto muti. Perché le armi occidentali in mano ai jihadisti diventano difficili da giustificare di fronte ai tagli per le famiglie italiane.