Stavo chiacchierando al telefono con una amica. A un certo punto lei mi parla, come se fosse la cosa più normale del mondo, dei cani influencer. Io faccio finta di non essere stupito. Lei è una giovane regista che vive e lavora a Londra, non voglio fare la figura del vecchio disinformato. Anzi, rilancio. Le chiedo, con estrema nonchalance, “ma il tuo cane ce l’ha Facebook?” E lei “ma dai, noo!, è roba da vecchi!. Toby ha un profilo su Instagram, ha più di 350 followers, sai?”.
Così messo giù il telefono e con lui il mio orgoglio, mi avventuro in una ricerca in rete.
Digito esattamente: “il cane influencer”, e mi si apre un mondo. E’ un mondo dove il cane della Ferragni guadagna al mese più di un intero reparto di operai di una qualche acciaieria a caso.
Sono turbato, ma non mi fermo. Digito: “Il gatto influencer”, ma non cambia molto. Anche qui vengo a conoscenza di gatti che guadagnano moltissimo più di me facendo semplicemente le fusa, le faccine, la popò nella sabbietta.
Allora provo una combinazione un po’ azzardata: “il pesce influencer”, (se anche un pesce guadagna più di me mi ammazzo).
Sono salvo. A quanto pare non esiste un pesce influencer, almeno nelle prime dieci righe di Google. Trovo solo un articolo che titola: “Influencer vegana crudista viene beccata a mangiare pesce fritto, i fan non perdonano!”.
Quindi il mestiere di Influencer non è tutto così rose e fiori, mi dico per consolarmi.
Essere influencer non deve essere facile.
Per esempio esiste il “nonno influencer“. Vorresti fare il nonno influencer? Devi avere almeno 90 anni e saper ballare la rumba.
Per non parlare dei grandi professionisti. Esistono avvocati, medici, ingegneri influencer.
E l’operaio influencer? Non proprio. C’è un tipo famosissimo che quando lo hanno licenziato da operaio si è messo a fare l’influencer. Ora sorseggia cocktail a bordo piscina, non credo voglia tornare in fabbrica.
Ho cercato anche “l’idraulico influencer”, così per vedere cosa veniva fuori. Spunta un articolo di denuncia che titola: “Tutti a fare l’influencer e non si trova più un idraulico a pagarlo oro!”.
Il Sole 24 Ore in un articolo sul fenomeno degli Influencer in Italia parla di 450.000 nuovi posti di lavoro con un business di 280 milioni.
Mi chiedo come mai tutte le volte che faccio certe ricerche in internet finisco per deprimermi pensando di aver sbagliato lavoro.
Allora richiamo la mia amica a Londra e le racconto che pensavo di licenziarmi, prendermi un cane, un gatto, adottare un nonno ballerino…
Lei mi smonta subito, (ormai è certo che mi vede come un vecchio scimunito).
“Guarda che tu fai già l’influencer, non scrivi su un giornale?”, mi dice.
Saggezza della gioventù. In realtà credo lei pensi che io non sia capace di gestire una cosa simile.
Prendi un cane, un gatto e un nonno ballerino, et voilà! Hai fatto un pacco di soldi. Che cosa ci vuole?
E se poi rimango disoccupato con un cane, un gatto e un nonno che zompetta per casa da mantenere?
Allora le rispondo: “hai ragione, dicevo per ridere”, ma dentro di me penso: “dici così solo perché il tuo cane ha 350 followers su Instagram!”
E lei: “ma dai, tesoro, non te la prendere, lo sai che ti stimo tantissimo!”, ma dentro di se pensa: “stai rosicando che il mio cane c’ha più di 350 followers su Instagram!”
Storie di cani influencer. Io mi sono arreso.