Macché giustizia ad orologeria! Sotto l’aspetto giudiziario il “caso Morisi” è pressoché inesistente, come ha dichiarato lo stesso magistrato che se ne occupa. Ma è l’aspetto politico che crea non pochi problemi alla Lega. Al di là delle ricadute elettorali che sono molto meno importanti di ciò che sta a monte della vicenda.
Innanzi tutto il responsabile della comunicazione social di Salvini era da almeno due anni che le sbagliava tutte. Dal Papeete in poi la comunicazione è stata semplicemente disastrosa. Le “nutellate” non piacevano più a nessuno eppure si insisteva. Possibile che nessuno si rendesse conto del gravissimo errore e dei pessimi risultati in termini di immagine? Servilismo nei confronti del capo? Incapacità di comunicare?
In secondo luogo i comportamenti sessuali e di consumi vari sono certamente personali. Però non si può far finta di credere che gli avversari politici non ne approfittino. La “moglie di Cesare” deve essere al di sopra di ogni sospetto, di ogni maldicenza. Sono trascorsi più di duemila anni e studiare un briciolo di Storia non farebbe male (Cesare chi? In che squadra gioca?). Scegliere collaboratori al di sopra di ogni sospetto dovrebbe essere obbligatorio per un leader politico.
In terzo luogo non puoi fare il ministro degli Interni e non aver creato dei rapporti tali da essere informato preventivamente delle porcate che stanno preparando i servizi. A maggior ragione se sei in costante guerra con l’attuale ministro degli Interni.
È evidente che l’operazione Morisi è stata preparata e condotta dai servizi. Due stranieri impegnati a far marchette che chiamano i carabinieri? Ma quando mai. E che dopo averli chiamati non si liberano della poca droga che hanno a bordo dell’auto? E che poi conducono i carabinieri a perquisire la casa di Morisi indicando dove è nascosta altra droga (pochissima) per uso personale? Semplicemente ridicolo. Poi ci si può interrogare se si tratti di una vendetta di Lamorgese o di un segnale di Draghi per imporre a Salvini di allinearsi e di non rompere le scatole al governo di Sua Divinità.
Ma, al punto successivo, c’è la certezza dei media di servizio di poter massacrare mediaticamente la Lega perché il partito salviniano non è minimamente in grado di difendersi da un attacco mediatico. Balbettii infantili, faccine offese, strilli isterici. E basta.
D’altronde, in quinto luogo, se ci fosse stata anche una minima capacità di gestire la situazione, Morisi sarebbe stato invitato a farsi da parte ad agosto, quando si è verificato l’agguato dei servizi. Non si sarebbero aspettati i giorni vicini al voto.
Però adesso Salvini può giocarsi il falso alibi dell’inesistente (in questo caso) giustizia ad orologeria per spiegare i disastri di Roma, Milano, Bologna e Napoli. E, magari, può approfittare della situazione per cercarsi un nuovo responsabile dell’immagine social che non sia obnubilato dalla vita privata e che, ogni tanto, imbrocchi qualche consiglio giusto.