Il candidato sindaco di Torino? Si decide a Roma. Il rinvio delle elezioni comunali sta rimescolando le carte. Soprattutto perché Salvini ha deciso di intestarsi la candidatura di Guido Bertolaso a Roma. Una scelta non irrilevante poiché, sino ad ora, l’ex capo della protezione civile era stato sostenuto da Berlusconi. All’apparenza non cambia nulla, se non un rafforzamento della candidatura, a danno però di Fdi che aveva presentato una scelta differente.

In realtà, però, può cambiare tutto. Perché, ovviamente, le 4 grandi città dovranno avere candidature condivise e suddivise. E se Bertolaso a Roma si trasforma in leghista, diventa difficile che Fdi e Fi non abbiano una contropartita tra Torino, Milano e Napoli. Dunque la Lega potrebbe essere costretta a rinunciare al capoluogo subalpino dove, peraltro, Paolo Damilano (il candidato indicato da Salvini) fa di tutto per smarcarsi dal centrodestra, imbarcando consiglieri che dovrebbero imbarazzare gli elettori di Lega, Fdi e Fi. Anche se i vertici dei tre partiti preferiscono far finta di nulla.
Ora, però, la situazione potrebbe ribaltarsi. Considerando anche la debolezza delle candidature ipotizzate a Milano e Napoli (anche se la frammentazione della sinistra nel capoluogo campano potrebbe offrire qualche minima chance in più), su Torino si andrebbero a concentrare maggiori interessi. Spingendo verso un cambiamento dell’aspirante sindaco e del partito che lo indica. D’altronde sino ad ora un accordo tra le 3 formazioni non si è formalizzato. E il disinteresse dimostrato da Damilano nei confronti di chi dovrebbe sostenerlo potrebbe agevolare una nuova candidatura. Capace, magari, di andare a coinvolgere i seguaci di Calenda, imbarazzati dall’alleanza con i 5 Stelle per sostenere il Pd. Negata al primo turno ma inevitabile al ballottaggio.

Un nuovo nome in grado, però, di coinvolgere anche gli elettori delle destre, non solo i vertici dei partiti. Con programmi non scritti dagli esponenti del Sottosistema Torino schierato a sinistra.