Se qualcuno prova a lamentarsi con i politici del centrodestra per la totale mancanza di politiche culturali di area, la risposta è spesso uno scarico di responsabilità: “mancano i progetti, mancano le associazioni culturali”. Fidandosi di queste affermazioni, in Piemonte c’è chi ha provato a proporre un progetto di vasto respiro. In grado di coinvolgere esperti di economia, di politica estera, di arte e cultura a 360 gradi. Affidandosi non ai soliti noti che continuano ad essere foraggiati dal centrodestra che amministra la Regione (governare è altra cosa), ma ad una serie di protagonisti di successo nei rispettivi settori di attività.
Un progetto che è subito piaciuto, che avrebbe offerto una prospettiva diversa rispetto a quella consueta e che si è rivelata fallimentare per il territorio. Interessati i politici, interessati gli imprenditori, interessati i potenziali relatori. Tutto bene, dunque?
Ovviamente no. Perché i politici del centrodestra si sono spaventati. Se cominciamo con i progetti di qualità, dove andiamo a finire signora mia? Dunque i soldi regionali devono continuare ad essere riservati ad una sinistra autoreferenziale che non perde occasione per sparare contro gli amministratori che elargiscono i finanziamenti solo ai progetti politicamente corretti. E che, ovviamente, invita esclusivamente relatori allineati e coperti. “Mancanza di risorse”, è la giustificazione ufficiale. Quelle risorse che, appunto, vengono indirizzate alle iniziative di senso opposto. La migliore base di partenza per l’elezione del nuovo sindaco a Torino.