L’autocritica del centrodestra è arrivata! Un po’ limitata, in realtà. Perché la Trimurti ha ammesso che ci sono stati alcuni problemi, ma piccoli piccoli, nelle alleanze in qualche città. Ed è finita lì. Berlusconi ha aggiunto che sindaci eletti con così pochi voti hanno scarsa legittimazione. Ma quando si è trattato di spiegare le ragioni di questo assenteismo di massa, l’autocritica è svanita.
La colpa è di chi insiste a far votare a fine giugno, quando fa caldo e gli elettori preferiscono il bagno al mare e se ne fregano di chi amministrerà la propria città. Ed è anche colpa di chi non ha voluto che si votasse anche di lunedì, con un aumento dei costi della macchina elettorale. Magari si potrebbe offrire anche un caffè ed un croissant all’elettore per invogliarlo.
Non una parola, come al solito, sulle candidature sbagliate. Particolarmente importanti nel voto locale. Perché se conosci il candidato e lo eviti, forse c’è un problema nella scelta. E se, nonostante la collocazione politica personale, voti un candidato dello schieramento opposto, forse l’errore del “tuo” partito è particolarmente grave.
Eppure, su questo punto, neppure una parola. La sconfitta nei ballottaggi è la conseguenza evidente di questi errori, ma i responsabili preferiscono dar la colpa alla voglia di mare. Non alla totale incapacità di coinvolgere i propri elettori a differenza di ciò che fanno gli avversari.
La farsa di Catanzaro, con il centrodestra impegnato a sostenere un candidato che era iscritto al Pd e che ha continuato a proclamare la sua appartenenza al centrosinistra, non è un caso isolato. A Torino è stato imposto un candidato sindaco che non aveva nulla in comune con il centrodestra e che, archiviata la sconfitta, si è subito allontanato dallo schieramento che lo aveva sostenuto. Non è un problema di ingratitudine, ma di scelta sbagliata. Presa in totale disprezzo nei confronti dei propri elettori.
E non funziona neppure più la logica del “meno peggio”: vota per il candidato assurdo del tuo schieramento per impedire che governino gli avversari che chissà cosa possono fare contro la tua visione del mondo. Non funziona perché la meravigliosa classe dirigente del centrodestra si comporta esattamente come gli avversari per evitare grane e polemiche. Con rare eccezioni. La politica culturale è sempre allineata con quella imposta dagli avversari. Per incapacità o per vigliaccheria. E allora tanto vale votare direttamente per gli avversari o andare in vacanza.
D’altronde, dopo ogni sconfitta, i responsabili non si dimettono, non cambiano linea, non cambiano atteggiamento. È colpa del caldo, è colpa degli elettori, è colpa del destino cinico e baro. Qualcuno, rara avis, ha provato ad ammettere che la colpa era dell’incapacità di comunicare i buoni risultati ottenuti dall’amministrazione uscente e sconfitta. Ma, naturalmente, nessuno ha osato intervenire cambiando comunicatori e metodo di comunicazione. Gli amici degli amici non si toccano. Meglio continuare a perdere, piuttosto di ammettere di aver sbagliato.