Il centrodestra si divide: Torino è in crisi; no, va tutto bene

In teoria Mino Giachino, ex sottosegretario del governo Berlusconi, e Beppe Russo, diventato consigliere di Paolo Damilano, dovrebbero essere collocati dalla stessa parte dello schieramento politico. Ma sia Giachino sia Damilano hanno deciso di candidarsi per la poltrona di sindaco di Torino e, così, inevitabilmente sono emersi i contrasti.

L’oggetto del contendere riguarda la crisi della città. Evidente dai dati ufficiali, ma ancor più evidente per chi in città vive. Tra anziani che recuperano qualcosa da mangiare tra gli avanzi dei mercati rionali, code sempre più lunghe alle mense per i poveri, i portici di Torino che ogni notte sono costellati di cartoni su cui dorme un esercito sempre più numeroso di senza tetto. E disoccupazione, disperazione.

Ma Russo – secondo Giachino – si è inventato un indicatore ad hoc per dimostrare che se non va tutto bene, va comunque meglio rispetto al resto d’Italia. Esattamente il contrario rispetto ai dati ufficiali.

“L’ottimismo di Beppe Russo in questi anni non ha mai aiutato Torino – afferma Giachino – ma mi fido di più dei dati ISTAT e Prometeia rielaborati dall’IRES. Il dato di cui sotto e’ stato preso per buono anche da Camillo Venesio in un suo recente commento sulla economia piemontese. Capisco che Russo che deve scrivere il programma per TORINO BELLISSIMA debba essere ottimista . Ma se andate a verificare i dati con la società reale torinese e piemontese ….forse ho piu ragione io”

Anche l’inarrestabile fuga dei giovani torinesi non solo verso l’estero ma anche verso Milano dovrebbe chiarire che la capitale subalpina non ha molti motivi per essere ottimista. Peraltro proprio Russo, una ventina di anni orsono, aveva sostenuto che i quartieri di Torino Nord avrebbero dovuto accogliere frotte di milanesi che si sarebbero sicuramente trasferiti a Torino pur continuando magari a lavorare a Milano.

Non è andata proprio così. E le premesse non sono una garanzia per il programma di Torino Bellissima.