Il Gattopardo? L’ormai arcinoto “cambiare tutto affinché nulla cambi”? Indicazioni per dilettanti. A Torino si è più avanti, molto più avanti. Perché mai di deve cambiare qualcosa per poi restare al punto di partenza? Meglio non cambiare proprio nulla. E visto che – per ora, ma solo per ora – vige ancora l’obsoleto rituale del voto per eleggere il sindaco, l’importante è che la squadra sia la medesima per ogni candidato. Il Sistema Torino, trasformato in Sottosistema solo per l’ulteriore caduta della qualità, è pronto a governare a prescindere dal nome del sindaco.

Così, per non sbagliare, il candidato teoricamente del centrodestra, Paolo Damilano, si è scelto come consiglieri alcuni esponenti di quel Sistema che tanti danni ha provocato a Torino. Partendo da analisi, contenute in “Torino-Milano 2010. Una ferrovia, due poli, una regione europea”, che potrebbero diventare il simbolo dell’inutilità degli esperti. Previsioni assurde, rivelatesi ovviamente del tutto sbagliate, in totale contrasto con quella cosa insopportabile che è la realtà.
E se questi sono gli esperti, si rischia di dover rivalutare gli “uno vale uno”. Senza precipitare ai livelli di Lapietra, ma quasi.
È abbastanza preoccupante che, per immaginare il futuro di Torino, si riutilizzino le visioni fallite del passato. Ed è ancora più assurdo che sia il centrodestra a sostenere le posizioni sbagliate del centrosinistra d’antan. In un gioco di specchi e rimandi che non convince più nessuno al di fuori della cerchia di un Sottosistema semplicemente improponibile.